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De Gaulle pone il veto all'ingresso del Regno Unito nella Cee

14 gennaio 1963

Il generale Charles de Gaulle, Presidente della Quinta Repubblica francese, tiene una clamorosa conferenza stampa, nel corso della quale annuncia il rifiuto alla proposta statunitense per la fornitura dei missili Polaris e proclama il veto all'ingresso britannico nel Mercato Europeo.
Sebbene la causa immediata di questa dura presa di posizione vada ricercata nella recente stipulazione del controverso accordo di Nassau, che in sostanza ribadiva la special relationship tra Stati Uniti e Inghilterra ed escludeva ancora una volta la Francia dalla partecipazione nucleare, le esternazioni di de Gaulle rappresentano solamente il momento più appariscente di una crisi nei rapporti tra gli alleati atlantici che si sta trascinando inesorabilmente verso lo scontro aperto.
Al di là dei particolari obiettivi politici che Francia e Stati Uniti intendono perseguire, la causa primaria della divisione si dimostra essere la vocazione americana alla posizione di leadership all'interno dell'Alleanza Atlantica, in ragione di una presunta naturale predisposizione al ruolo di paladino del cosiddetto mondo libero. La ferma volontà del generale de Gaulle di non permettere che né il proprio paese né l'Europa intera risultino sottomesse ad un tale disegno porta ad un conflitto politico dagli ampi margini, che va dalla diversa interpretazione sull'atteggiamento da tenere nei riguardi dei paesi del Terzo Mondo allo scontro sui temi di economia: se, nel primo caso, ad una politica aggressiva statunitense si contrappone un'impostazione sostanzialmente neutrale della Francia, nel secondo, la ferma determinazione nel contrastare l'egemonia mondiale americana porta de Gaulle ad intraprendere una clamorosa battaglia contro il ruolo del dollaro nell'economia globale e a rifiutare gli investimenti americani in Francia.
Punto centrale del dissidio interalleato rimane comunque la questione della proliferazione nucleare e del controllo degli armamenti: ciò che divide de Gaulle da Kennedy non è solamente la diversa opinione sulla necessità stessa dell'esistenza di un armamento nucleare indipendente sul suolo europeo, ma anche la strategia che eventualmente si dovrà adottare. L'arsenale francese, per poter svolgere un ruolo di efficace deterrente malgrado la limitata consistenza, è infatti costretto a puntare su obiettivi civili, al contrario dei missili statunitensi, indirizzati prevalentemente su obiettivi militari.

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