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In Perù colpo di stato incruento di Morales Bermudez

29 agosto 1975

Francisco Morales Bemudez assume la direzione del Governo peruviano con un colpo di Stato incruento, chiudendo così "l'era Velasco" della rivoluzione peruviana. "Progressisti" e "istituzionalisti", colti di sorpresa e senza alcun'altra opzione, si arrendono subito. Il Generale Juan Velasco abbandona il Palazzo di governo da una porta laterale, ricevendo solo un saluto dai suoi collaboratori più vicini. Finiscono, così, sette anni di riformismo militare. L'Era Velasco era iniziata con buone intenzioni, con l'obiettivo cioè di risvegliare l'orgoglio e la dignità nazionale. Misure, come la riforma agraria, la creazione di una nuova politica del petrolio, la firma dei contratti di società di partecipazione, la firma dei contratti relativi alle miniere di Madrigal e Cuajone, l'adozione di una politica internazionale indipendente, erano state positive, poiché esse erano necessarie ed utili al Paese. Il governo aveva potuto ottenere, attraverso prestiti, somme sostanziali per finanziare i suoi progetti di sviluppo, poiché i banchieri credevano nella stabilità dell'economia, nel futuro della produzione petrolifera e nella autenticità dei piani di sviluppo. Però la Comunità Industriale, le espropriazioni delle industrie di prodotti di base e della farina di pesce, la creazione di Sinamos e le espropriazioni della Cerro de Pasco, erano state tutte misure di dubbia validità. I problemi in sospeso relativi agli investimenti con gli Stati Uniti erano stati risolti dal "Greene Agreement" nel febbraio del 1974; tuttavia la legge sulla proprietà sociale e le espropriazioni delle società Gulf e Marcona produssero un'immagine negativa dell'intero processo riformista. Lo Stato controllava il 90% delle importazioni e la maggioranza delle istituzioni finanziarie, essendo altresì responsabile per il 50% del capitale investito. Molte volte la retorica era stata utilizzata per dare copertura alle deficienze del governo, creando così l'isolamento di Velasco fino ad arrivare al colpo di Stato.

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