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APPROFONDIMENTI

Le indagini difensive

08/11/2006

Le indagini difensive

L’indagine difensiva è un importante strumento legislativo ancora poco utilizzato dall’avvocatura, ma ricco di grandi potenzialita’ e di strumenti per la ricerca di elementi difensivi a favore della persona indagata o offesa da reato.
La legge 397 del dicembre 2000, entrata in vigore il 18/01/2001, ha ricevuto il contributo dell’avvocato fiorentino Eraldo Stefani, docente di “Indagini difensive” presso l’Universita’ de L’Aquila.
“Penso che si debba riflettere come avvocatura – sottolinea Eraldo Stefani - ed attivare dei corsi di formazione per fare entrare nella nuova cultura queste indagini. L’avvocato si deve attrezzare per rapportarsi al P.M. attraverso tec-niche di investigazioni proprie”.
L’avvocato Stefani che ha pubblicato numerosi testi sull’argomento oltre ad essere direttore di una collana specifica, e’ certo che “la legge offre il vantaggio di far vivere al cittadino, attraverso il suo difensore, il processo penale come protagonista. E’ una difesa attiva, paritetica a quella del P.M., che ha un percorso a tutto campo, e che puo’ portare a conclusioni diverse rispetto all’investigazione pubblica, ed in questo caso significa che a sbagliare e’ stato l’investigatore pubblico”. Il giusto processo attraverso la modifica dell’art. 111 del cpp, passa attraverso un’efficace utilizzazione delle indagini difensive, offrendo al cittadino, beneficio, nella sua domanda di giustizia.
Convinto della bonta’ della Norma, il prof. Francesco Bruno autorevole Criminologo, titolare dell’insegnamento di Psicopatologia Forense e Criminologia presso la “Sapienza” e direttore di un Master universitario in Scienze fo-rensi, rileva che la stessa ponga dei problemi di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge “perche’ le indagini difensive se le puo’ permettere chi ha disponibilita’ economica. L’altro problema consiste nel fatto che queste indagini sono farraginose, perche’ legate a previsioni di legge, che le burocratizzano un po’ troppo”.
“Da piccoli – prosegue il prof. Bruno- vedevamo Perry Mason in tv che indagava. In Italia non abbiamo mai avuto questa cultura, ci doveva pensare il P.M. a vedere se per caso il soggetto indagato non fosse colpevole, indirriz-zando le indagini a 360 gradi e quindi, non solo nella direzione accusatoria.” In ogni caso, il prof Bruno, intravede un cambiamento culturale futuro che consentira’ di rendere “veramente accusatorio il nostro rito. Oggi non e’ assolutamente un rito accusatorio, ha solo alcuni formalismi di tipo accusatorio e niente di piu’ ”.
La normativa produce notevoli cambiamenti dal punto di vista formale, in quanto l’avvocato della difesa, che con il nuovo codice doveva basare i suoi assunti difensivi esercitando il diritto alla prova, con il nuovo strumento legislativo ha l’esatta dimensione di come espletare le indagini difensive, di quali consulenti servirsi e fra questi criminologi, investigatori privati, esperti in balistica, etc.
L’avvocato Natale Fusaro penalista, ritiene che “è stata data una dimensione organica e rivoluzionaria, a questa nuova attività, che può portare alla realiz-zazione del giusto processo. Il difensore, oggi, interagisce in maniera più forte con il P.M., mettendolo in condizione di avere una visione differente di quella che può essere la prospettazione accusatoria, offrendo in alcuni casi, derivanti dalle indagini da lui svolte anche in fase preliminare, degli elementi di prova più certi”
Il nuovo difensore ha a disposizione possibilità enormi quali l’interrogazione di testimoni, può richiedere sequestri, o ispezioni di luoghi. Nel caso di un delitto, con persona sottoposta ad indagini, può chiedere di effettuare il sopral-luogo nell’ambiente dove e’ avvenuto l’omicidio. “Ci sono delle possibilità ampie ed enormi, - prosegue Fusaro -grandi opportunità quali garantire la ter-zietà del Giudice che si trova davanti ad un fascicolo prodotto dal P.M. e a quello prodotto dal difensore.

Dando al Giudice la possibilità di analizzare più elementi di prova forniti dalle parti, che sono alla pari, sarà lui, con la sua capacità e il suo libero convincimento, a decidere quale sia la verità che si avvicina di più a quella storica”.


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