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APPROFONDIMENTI

Sistemi di diffusione: esperienza immersiva dai grandi ai piccoli ambienti

14/06/2011

Sistemi di diffusione: esperienza immersiva dai grandi ai piccoli ambienti

Il concetto di diffusione del suono è considerato come un processo che tende a migliorarsi con l’evolversi della tecnologia.
Tutto ciò, però, va associato alle classiche teorie fisiche e psicoacustiche che permettono all’utente di avere una qualità di ascolto ottimale e una sensazione di immersione completa nella scena sonora. Per ottenere questi risultati è necessario configurare al meglio il sistema che si vuole utilizzare.

Nei grandi ambienti è molto complicato realizzare sistemi di diffusione che offrano un’esperienza acustica immersiva; per questo motivo spesso si ricorre a configurazioni basate su strutture geometriche in accordo alla teoria psicoacustica per la quale il numero di altoparlanti deve essere maggiore nella parte frontale al punto di ascolto.
In particolare, si ricorre a strutture come i solidi platonici (poliedri di tipo convesso), di Archimede (poliedri semi-regolari) e di Johnson (poliedri convessi non regolari). Tuttavia, queste strutture non permettono di collocare un numero elevato di altoparlanti; una possibile soluzione consiste nell’utilizzo delle sfere geodesiche.

Una struttura realizzata secondo questa configurazione è la Spherical Concert Hall realizzata dalla Germania in occasione del World Expo del 1970 secondo gli schemi di Stockhausen e gli studi sulla spazializzazione del suono. In questa struttura, il pubblico venne posizionato sotto il centro della sfera, mentre sulla superficie interna vennero collocati 50 altoparlanti così da riprodurre in modo tridimensionale il suono.
Nei piccoli ambienti, ovviamente, queste configurazioni non sono realizzabili sia dal punto di vista tecnico, sia da quello psicoacustico per il quale la distanza dei diffusori deve essere adeguata.

Tuttavia, è possibile avvicinarsi a strutture di questo tipo mediante configurazioni “N+2”, dove “N” indica il numero di diffusori da collocare all’interno della stanza, solitamente cinque o sette più un subwoofer (sistemi surround 5.1 o 7.1), e “2” indica il numero di altoparlanti da aggiungere per simulare i canali superiore e inferiore.
In questo modo, è possibile simulare una struttura sferica in cui il punto di ascolto si trova esattamente al centro della scena sonora.

È da notare che non tutti gli ambienti sono adatti all’installazione di sistemi surround; per questo motivo, esistono soluzioni meno “invasive” come sistemi in cuffia che riproducono virtualmente un sistema 5.1 basandosi su tecnologie come il “Binaural Environment Modelling” e il sistema di rilevamento “Ultrasonic Headtracking”.
L'unica sorgente utilizzabile è un computer, grazie al quale è possibile modellare la percezione acustica di un sistema di diffusione. A differenza delle cuffie tradizionali non viene modificata la posizione virtuale delle sorgenti sonore nel caso in cui l'utente muova la testa; infatti, come in un ambiente reale, i diffusori virtuali e le sorgenti sonore si posizionano di fronte, vicino, o a lato dell'ascoltatore a seconda della direzione verso cui è rivolto.
L'effetto complessivo consiste nell'ottenere un suono naturale.


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