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"Giovanna d'arco al rogo" di Rossellini



Di questo film Rossellini dice “dato che la sceneggiatura non è mia, ma di Claudel, mi auguro che questo film segni la riconciliazione dei critici con il mio lavoro” (!).
Rossellini filma la propria messa in scena teatrale dell’oratorio drammatico di Claudel e Honegger. L’allestimento teatrale (Napoli, dicembre 1953) riceve accoglienza entusiastica; trionfo della Bergman che si esibisce in italiano per la prima volta (l’accoglienza della Turandot di Busoni, sempre di Rossellini, dove la Bergman non c’è, è meno calorosa). Elogi che mancavano dai tempi di Paisà. La critica teatrale è libera dai pregiudizi che condizionano quella italiana Tournée in Italia e Europa (in Sudamerica viene cancellata perché la Bergman deve interpretare Anastasia). In Francia molto entusiasmo, in Inghilterra un po’ meno, in Svezia toni molto duri (specie con la Bergman). Torna a Palermo il 27 aprile 1955: nel frattempo sono usciti il film e La paura, due insuccessi, e la critica ne risente.
Dopo Viaggio in Italia Rossellini è a Napoli per Napoli ’43 (episodio di Amori di mezzo secolo). Di Costanzo del
Teatro San Carlo gli propone di fare “qualosa per Ingrid”, e lui sceglie Giovanna d’Arco, che lei ha già interpretato due volte:
- Joan of Lorraine a Broadway
- Joan of Arc di Victor Fleming
Diventa il personaggio a cui l’attrice ha dedicato più tempo ed energie
Riprese del film fra gennaio e marzo 1954 al Teatro Mediterraneo di Napoli.
Insuccesso (il film in Francia non viene neppure distribuito).
Versioni e varianti
- Versione italiana: Giovanna d’Arco al rogo
recitata e post-sincronizzata in Italiano dalla Bergman
20 dicembre 1954
- Versione francese: Jeanne au bûcher
proiettata solo saltuariamente in Francia
identica alla versione italiana tranne che per la partitura e il testo originale di Claudel, nei titoli di testa e di coda, nella scena del processo dove manca un’inquadratura
Tra gennaio e maggio 1955 è messa a punto un’ulteriore versione francese dove la Bergman è doppiata da Claude Nollier, per correggerne l’accento straniero (che invece piaceva a Truffaut e Doniol-Valcroze).

Tratto da "LE VARIANTI TRASPARENTI". LA BERGMAN E ROSSELLINI di Marco Vincenzo Valerio
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