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Critica verso collaborazione Rossellini e Bergman



Fortuna critica controversa e travagliata: specchio della parabola discendente nel rapporto tra Rossellini e la stampa di settore negli anni dal ’48 al ’55. L’accusa generale è di abbandono dell’attualità e della realtà in favore di uno sterile intimismo o spiritualismo. Da Germania anno zero si comincia a parlare di involuzione e crisi. C’era inoltre l’accusa di
rovinare la carriera a Ingrid Bergman, oltreoceano accusata di aver tradito Hollywood.
Con Viaggio in Italia e La paura c’è chi esorta Rossellini a cambiare mestiere! Ma nel 1955 c’è anche la celebre Difesa di Rossellini, scritta in forma di lettera da Guido Aristarco ad André Bazin, sancendo quindi una “divisione di campo” fra detrattori e sostenitori di Rossellini: questi ultimi ribadiscono l’autenticità del neorealismo rosselliniano, la continuità e la coerenza nel linguaggio, nello stile, nell’ispirazione, nella tensione morale.
Non è corretto dire che la cattiva accoglienza della critica italiana sia dovuta al fatto che in Italia non circolano le migliori versioni dei film; e non bisogna dimenticare che in Francia l’accoglienza entusiastica a Rossellini è riservata da una minoranza ristretta di critici, quelli dei Cahiers, mentre la maggior parte della critica francese osteggia Rossellini come quella italiana.
Sicuramente l’accanimento fu da noi maggiore, perché la nostra critica privilegiava l’analisi dei contenuti ed era influenzata dal clima di scandalo che circondava l’unione Rossellini-Bergman, che portò (come anche negli Usa) a stigmatizzare il comportamento privato dei due. Inoltre la nostra critica era più ideologizzata e quindi sensibile ai temi affrontati in Stromboli ed Europa ’51.
Rossellini stesso in quegli anni sperimenta l’esclusione, e la Bergman nei film che interpreta sembra incarnare una proiezione delle pressioni che Rossellini sente su di sé. Entrambi avevano conosciuto le glorie internazionali ed entrambi ora si confrontavano con un contesto mutato e difficile. Insieme sperimentavano l’abbandono del pubblico e l’ostracismo della critica.

Tratto da "LE VARIANTI TRASPARENTI". LA BERGMAN E ROSSELLINI di Marco Vincenzo Valerio
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