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L'utilitarismo in economia


La teoria di Bentham ha influenzato tra l’altro, anche la teoria economica: secondo gli economisti è possibile spiegare il comportamento economico, partendo dal presupposto che gli uomini tendono sempre a massimizzare la loro utilità, e che, l’utilità delle merci è stabilita dal prezzo che gli individui sono disposti a pagare per acquistarli. Sulla base dell’utilitarismo, si è stabilito che, il sistema concorrenziale dei mercati, è la migliore delle alternative.
Anche il concetto di efficienza di produzione s’ispira all’utilitarismo: si opera in modo da produrre il massimo possibile con le risorse a disposizione, producendo i massimi benefici con il minimo di costi.
Le difficoltà principali dell’utilitarismo, riguardano i criteri di misurazione dell’utilità (ex: se due persone si contendono un posto di lavoro, come si calcola l’utilità che ne riceve una piuttosto che l’altra persona?)
Un criterio si ricava da distinzione tra
- bene “intrinseco”  : è una cosa desiderabile indipendentemente dagli altri benefici che può produrre (salute). I beni intrinseci hanno la priorità su quelli strumentali.
- bene “strumentale” : è di valore solo perché portano altre cose buone (visita dentista)
Un altro criterio per valutare i beni, è la distinzione tra necessità e bisogni: se una cosa è necessaria a qualcuno significa che la sua mancanza gli nuocerà in qualche modo.

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