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Per che cosa ci si sente in colpa


L’emozione di colpa è costituita essenzialmente da tre elementi che sono la persona che si sente in colpa (il colpevole), colui verso il quale ci si sente in colpa (la vittima) e ciò di cui o per cui ci si sente in colpa. Esistono due principali tipologie di colpa: il senso di colpa da colpa e il senso di colpa senza colpa (o “da buona sorte”). Mentre nel primo caso la persona che prova tale emozione ha trasgredito una norma o recato un danno a qualcuno, nel caso della “colpa senza colpa” non c’è alcuna responsabilità dell’agente nell’avere provocato un danno alla vittima.
Le principali caratteristiche del “senso di colpa da colpa” sono:
• l’assunzione di responsabilità da parte del soggetto che ha provocato il fatto e la convinzione di aver avuto il potere di evitarlo;
• una valutazione negativa del fatto stesso;
• il malcontento dell’agente verso se stesso. Il soggetto compie una valutazione negativa di sé in quanto artefice di comportamenti che ritiene ingiusti.

Alla famiglia dei “sensi di colpa da colpa” appartengono:
• sensi di colpa per un danno o una sofferenza provocati da una nostra azione (responsabilità attiva);
• sensi di colpa da danni o sofferenza provocati o aggravati da una nostra omissione di azione (ad es., omissione di soccorso);
• sensi di colpa per la sensazione di non essersi preoccupati abbastanza o non essere intervenuti preventivamente per evitare sofferenze altrui (per es., un genitore che si sente in colpa per non essersi accorto in tempo che il proprio figlio aveva bisogno di aiuto);
• sensi di colpa provocati da cattivi pensieri (per es., quando si hanno cattivi pensieri nei confronti di persone che non se lo meritano e verso le quali si dovrebbero provare buoni sentimenti; oppure pensieri o desideri “cattivi” nel senso di peccaminosi, proibiti);
• sensi di colpa dovuti alla delusione, nel senso di una violazione di aspettative giuste di qualcuno su di noi (per es., quando riconosciamo giuste le aspettative che i nostri genitori hanno verso di noi e le deludiamo);
• sensi di colpa dovuti alla trasgressione di precetti morali, religiosi o norme di comportamento (per es., ci sentiamo in colpa per aver mentito, rubato o per aver commesso qualche atto contrario agli insegnamenti religiosi nei quali crediamo).
L’emozione di colpa, proprio in quanto emozione complessa, chiama spesso in causa altre emozioni quali la paura, la rabbia, l’invidia e la vergogna.
Nei bambini più piccoli, la colpa nasce spesso dalla paura della punizione. Quando ci si sente in colpa, inoltre, si provano sovente anche sentimenti di rabbia verso se stessi e verso gli altri, frutto della consapevolezza di non essersi comportati secondo i dettami della morale richiesta dalla cultura di appartenenza. Più in particolare, nel caso del senso di colpa autopunitivo, generato dal rendersi conto della propria responsabilità e dal conseguente desiderio di reagire contro se stessi, vi è una componente di rabbia verso di sé. Infine la colpa si intreccia con I invidia nel momento in cui per esempio siamo consapevoli di vivere una situazione di agio e di vantaggio nei confronti di altri più sfortunati e per questo ci sentiamo in colpa (colpa senza colpa) Spassarsela mentre qualcun altro sofire non solo ci la sentire in colpa, ma scatena anche sentimenti di invidia, non sempre facili da tollerare, nei nostri confronti. Autopunirsi, in questi casi, per esempio sottoponendosi a rinunce, significa non essere più oggetto di invidia da parte dello sfortunato.
Tutti i sensi di colpa sono accomunati da uno scopo: mantenere una situazione di equità evitando di trovarsi in situazioni in cui vi sia svantaggio di altri per causa propria. In questo senso la colpa ha una funzione fortemente sociale e motiva l’individuo a perseguire fondamentalmente tre scopi che permettono di ristabilire l’equità sociale: la riparazione, che corrisponde alla volontà di aumentare i benefici o il potere di colui che ha ricevuto il danno; l’espiazione che consiste nel ridurre i propri benefici (autodanneggiamento) per ristabilire equità fra agente e vittima; infine, l’essere consapevoli del proprio senso di colpa e riconoscerlo come “corretto” che permettere di proteggere la stima di sé e la propria immagine morale oltre a contenere la sofferenza dell’emozione di colpa.

Tratto da ADOLESCENZA E COMPITI DI SVILUPPO di Anna Bosetti
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