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Africa: arrivano i primi europei

1444_ portoghesi raggiungono l’arcipelago di Capo Verde e la foce del Senegal
1482_ fondata la piazzaforte di Elmina in Costa d’Oro (l’odierno Ghana)
1488_ il portoghese Bartolomeo Diaz raggiunge il Capo di buona speranza
1498_ Vasco da Gama raggiunge l’India circumnavigando l’Africa

Come si osserva i portoghesi iniziarono ad esplorare l’Africa nella seconda metà del 1400 (XV secolo);  nel 1498 con l’impresa di Vasco da Gama avevano stabilito la prima rotta diretta verso l’India ed iniziavano a costruire insediamenti anche lungo la costa orientale dell’Africa nera. Con i loro avamposti-piazzeforti commerciali inizia il processo di colonizzazione dell’Africa da parte degli europei.
Tuttavia la colonizzazione rimase limitata solo alle zone immediatamente attigue alle piazzeforti commerciali e i portoghesi che in esse risiedevano era spesso meno di un centinaio, talvolta solo poche decine. Ovvio è quindi affermare che la loro influenza sulle popolazioni africane fu pressoché nulla. È ragionevole pensare che solo le tribù stanziate nelle immediatissime vicinanze degli insediamenti potessero avere dei rapporti culturali, e non solo commerciali con i portoghesi. Rapporti probabilmente di buon vicinato, accordi di reciproca non aggressione, o tentativi di evangelizzazione operati da qualche missionario temerario.

Le popolazioni nere dell’entroterra tenevano con i portoghesi solo rapporti commerciali, manufatti in cambio di oro, e schiavi in seguito. Probabilmente per le trattative i portoghesi si affidavano ai missionari o alle tribù indigene stanziate presso i loro insediamenti, che forse avevano cominciato ad imparare il portoghese. Ma quanto alle tribù dell’interno è veramente difficile immaginare che, almeno per tutto il cinquecento, esse abbiano in qualche modo risentito della presenza portoghese. Tenendo conto delle difficoltà delle comunicazioni, dello stile di vita basato all’autosufficienza, delle barriere linguistiche e culturali, è arduo ipotizzare stabili e profondi contati fra le popolazioni dell’interno Africa e il piccolo gruppo di bianchi che si erano stabiliti lungo le coste. 
Dato inoltre che fino alla seconda metà del 1800 la presenza numerica degli europei nel continente si mantenne molto bassa e perlopiù limitata alle coste e alla zona dell’odierno Sud Africa (solo pochissimi missionari si avventuravano nell’interno e non furono compiuti viaggi di esplorazioni almeno fino al XIX secolo), tenendo conto dell’immensità del continente.., possiamo ancora una volta confermare la quasi non influenza europea per quanto riguarda le popolazioni dell’interno, anche per i secoli XII e XIII (1600 e 1700). A ben guardare l’unico evento che effettivamente si abbatté in maniera veramente massiccia e significativa sulle popolazioni di alcune zone dell’interno fu la tratta degli schiavi, ma di questa parleremo fra pochissimo. Per concludere la premessa si ricordi perciò che fino al 1800 circa, la presenza europea non indusse significativi cambiamenti nella cultura e nelle istruzioni della maggior parte delle regioni e delle popolazioni dell’Africa nera. 

Tratto da AFRICA: LA STORIA RITROVATA di Lorenzo Possamai
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