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Sviluppi economici e sociali del colonialismo in Africa

Un indice molto utile alla storia economica, specie nei paesi arretrati, è sempre stato la demografia. Sappiamo che la popolazione dell’Africa nera conobbe una flessione negli anni caotici della corsa all’Africa - quando le guerre di conquista, le situazioni di anarchia e povertà (con le crisi agricole e le epidemie che spesso le accompagnano) provocate dal crollo dei poteri locali, e infine le successive campagne di “pacificazione” condotte dagli europei (spesso con metodi spietati..) per stroncare l’opposizione al loro dominio - determinarono molti e molti morti fra gli africani. Numeri esatti o stime precise sono impensabili: nella maggior parte delle entità africane precoloniale non esisteva quasi la scrittura e comunque non venivano fatti censimenti; tuttavia la flessione della curva demografica e confermata dalla logica oltre che dalle ricerche storiografiche.
Con il consolidamento del regime coloniale  si produce in tutta l’Africa nera un aumento demografico costante e generalizzato. Oltre al miglioramento dell’assistenza sanitaria - nelle città i governi allestiscono ospedali e vaccinano la popolazione, mentre nelle campagne grazie all’opera missionaria cominciano a giungere le conoscenze mediche - migliora anche l’economia: vengono costruiti grandi impianti minerari e agricoli, sempre più africani diventano lavoratori dipendenti. Ma più che questi fattori, comunque marginali e limitati rispetto al totale della popolazione, a favorire l’incremento demografico è la fine di lotte fra le entità statali africane e, ancor più, la fine delle ribellioni contro il dominio europeo, ormai saldamente insediatosi.
Nella loro opera di conquista gli eserciti europei mappano l’Africa, costruiscono strade e ferrovie, fondano città. In pochi anni, talvolta per esigenze militari talvolta per favorire il trasporto delle merci, l’Africa nera si arricchisce di strade, ferrovie e porti. Attorno ai porti, lungo le foci dei fiumi, vengono fondate le  capitali coloniali, che diventano in poco tempo centri nevralgici dei traffici e della burocrazia;  l’Africa nera vede sorgere le città che oggi sono le capitali degli stati indipendenti.

Ma il colonialismo porta anche problemi e mali nuovi. Le terre migliori diventano proprietà dei piantatori bianchi e i neri che prima le coltivavano sono costretti ad emigrare o a lavorare come schivi salariati per i capitalisti europei. In altri casi la difficoltà di reperire manodopera fu affrontata dalle autorità coloniali tramite la tassazione (che costringeva i tranquilli contadini almeno a commercializzare i loro prodotti o a dedicarsi temporaneamente a lavori retribuiti), o tramite vere e proprie forma di lavoro coatto. L’introduzione del denaro o l’istituzione della proprietà privata furono, in alcune zone, delle novità totali, che provocarono vere e proprie rivoluzioni culturali e sociali.

Come abbiamo visto nel capitolo cinque, l’Africa nera presentava vari gradi di sviluppo: dalle società di contadini autosufficienti che non conoscevano né denaro, né proprietà privata, né forme di dominio da parte di autorità statali; ai regni stratificati, con economia di mercato, eserciti regolari e contatti commerciali secolari con le potenze europee. Il colonialismo si inserì in tutti questi contesi, imponendo le sue istituzioni a prescindere dal livello di sviluppo delle singole realtà locali. Le zone particolarmente arretrate furono così costrette a percorrere in poco tempo secoli di sviluppo economico e, rispetto alle zone più progredite, patirono assai maggior maggiormente le conseguenze del dominio coloniale.

Nuovi ceti sociali, nuove professioni e status, nuove leggi, nuovi prodotti importati dalla madrepatria, treni e ospedali, città dove poco prima c’erano solo villaggi…il colonialismo nell’Africa sud sahariana è un fenomeno variegato, ricco di luci ed ombre; qual che è certo è che esso ha segnato la storia dell’Africa, talvolta solo accelerando processi già in corso (come l’aumento dei commerci e il rafforzamento degli stati), altre volte cancellando tutto ed impostando qualcosa di completamente nuovo ed estraneo rispetto alla realtà preesistente. 

Tratto da AFRICA: LA STORIA RITROVATA di Lorenzo Possamai
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