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Il tentato golpe del 2002 in Venezuela


Le forze di opposizione si erano compattate in un unico fronte ed erano pronte ad agire. Le maggiori organizzazioni sindacali proclamarono uno sciopero generale fino al momento in cui Chavez avesse lasciato il governo. A peggiorare le sorti del governo contribuì la progettata riforma della Pdvsa, l’azienda petrolifera statale prevista da una delle 49 leggi e terza compagnia al mondo. Chavez non solo non voleva privatizzarla ma voleva controllarne le politiche per farne uno strumento della strategia di governo. Per riuscirci doveva sostituire i vertici con uomini a lui vicini. Nel 2002 rimpiazzò i precedenti top manager con fedelissimi ma questo li indusse, danneggiati dalle vicende a unirsi a quelli che prepararono il golpe.
Il 15 aprile 150.000 dimostranti si diressero al palazzo presidenziale di Miraflores per chiedere le dimissioni del presidente. Ci fu una sparatoria tra questi e i sostenitori del governo e alcuni alti gradi dell’esercito arrestarono Chavez e lo imprigionarono in una località fuori Caracas. Nuovo capo del governo si autonominò Carmona, leader di Fedecameras, che non appena al potere commise alcuni errori che nel giro di 48 ore permisero a Chavez di riprendere il suo posto.
1. fu escludere dal nuovo governo Carlos Ortega, uno dei principali cospiratori e sostenitori di Carmona con grande seguito.
2. ordinò la completa ristrutturazione degli alti comandi delle forze armate per timore che tra questi potessero esserci sostenitori di Chavez. Comportò le dimissioni di influenti generali.
3. sciolse sia il parlamento democraticamente eletto sia la corte suprema e dichiarò decaduta la costituzione del 99 approvata con larghissima maggioranza.

Tratto da AMERICA LATINA E STATI UNITI di Filippo Amelotti
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