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Rappresentazione teatrale della fiaba

Rappresentazione teatrale della fiaba = nella fiaba ci sono forme di morte e di sacrificio  quasi sempre nei confronti della donna per il bene collettivo secondo le tradizioni pagane.  Questo tipo di sacrificio viene ridotto e camuffato nelle fiabe, c’è sempre una rinascita dopo la morte, è quindi una morte apparente (la bella addormentata nel bosco). la morte viene camuffata dall’imprigionamento, che è un rivestimento,o da cose che nascondono la sua vera realtà.
L’al di là è un mondo sopranaturale è il mondo invisibile degli dei e dei morti.
La grotta è considerata far parte  del mondo dell’al di là in cui venivano dipinti gli animali.
Il mondo naturale è visto come potenza di cui l’uomo si vuole appropriare.
La morte è contigua alla ricchezza in quanto si va nell’altro mondo per arricchirsi  ed appropriarsi di oggetti  magici e per portare energia al gruppo. Il viaggio nell’al di là è visto come un accorgimento.
Il mondo oscuro, profondo e pericoloso (la profondità psicofisica) per poter arrivare al matrimonio finale che permette la fecondità al bambino : segno di amore e di rinascita.
Il rapporto dell’iniziazione con questi aspetti della morte che viene chiamata morte iniziatica,morte apparente, ha un’immagine simbolica, e avviene in una grotta, in una torre, su un’isola lontana o dentro a una pianta o statua di pietra che significano la  prigionia.
Qual è la caratteristica di questa trasformazione?
La pianta è viva ma è ferma. Stiamo cercando la parola chiave che unisce la pietra e la pianta, sono immobili.
C’è un pensiero simbolico dietro alla fiaba che viene concepito inconsapevolmente. L’elemento comune nella morte apparente è l’immobilità. La morte è assenza di movimento.
La fiaba come dice Propp porta in se resti di queste pratiche antiche, viaggio nell’al di la serviva per vincere la paura e per avere un contatto fisico soprattutto con il mondo ultranaturale, l’adulto deve sapere che esiste la morte. C’è un ulteriore aspetto metaforico nel viaggio nell’al di la.
Tutti gli elementi di ogni aspetto culturale si ripetono negli anni, il fatto che durante l’iniziazione si parli di questo viaggio nella profondità, che può essere anche il fitto di un bosco. È un viaggio che non solo porta verso la conoscenza di se stessi e delle parti legate all’istinto come la bramosia e il desiderio. È una metafora simbolica della preponderanza della potenza del mondo sotterraneo, soprannaturale, estremamente potente.
Il prendere questi tesori rappresenta la maturazione sessuale della persona,l’ istinto di riproduzione è il più potente. È una sorta di scoperta dei propri tesori nascosti che vengono finalmente portati alla luce. Rapporto simbolico con la propria maturazione fisica. La fiaba classica in cui c’è l’eroina o l’eroe che cercano questi tesori finisce sempre con un matrimonio.(nel bambino c’è il periodo di latenza nel quale la sessualità non è ancora scoperta,mentre alle soglie dell’adolescenza  comincia ad essere scoperta.) Fiaba come insegnamento e preparazione ad un livello molto più profondo. L’inconscio va preparato e educato. Queste immagini ci portano ad una sorta di semiconsapevolezza che il bambino deve affrontare. Il matrimonio rappresenta l’ingresso nella vita sociale adulta.
Aspetto di abbondanza e fecondità come miglioramento della situazione economica e sociale. Non c’è una grande differenza di genere all’interno della fiaba, anche la donna può compiere gesta coraggiose. C’è una divisione del lavoro nel senso che le donne fanno lavori da donne e gli uomini da uomini. Le femmine, dicono oggi, che sono femmine per cultura e non per natura, per la politica, ideologia dominante, per giustificare il trans gender. La cultura sicuramente comporta degli arrotondamenti di questa parte fisica ma gli ormoni prefigurano la donna in modo diverso dall’uomo, anche le qualità psichiche sono differenti. Certe culture creano degli essere che sono a livelli di soglia tra maschile e femminile, esempio i masai, i guerrieri sono molto curati quasi effeminati.
La prof. ha fatto uno studio su un testo sulla problematica del genere maschile e femminile, di Margaret Mead, che verifica che esiste questo passaggio di genere, e dice che sono acquisizioni culturali essere maschio e femmina. Questo libro è pieno di contraddizioni. Si usa la parola gender come acquisizione culturale del genere, è un’ideologia e i suoi promotori si servono di esempi tratti da studi antropologici. Ma vediamo che questi esempi sono abbastanza scarni e sono attualmente inesistenti e quindi non verificabili, viene fatto passare per scientifico ciò che scientifico non è. È tutto fortemente ideologizzato.
 Per quale motivo c’è una strumentalizzazione politica  di attribuire a un fattore culturale il genere che la natura ci ha dato?? Dietro tutto questo c’è una manipolazione di tipo ideologico e politico. Nella cultura orale la divisione tra maschi e femmine è soprattutto a livello lavorativo, di ruolo. Nel mondo celtico combattevano anche le donne.
C’è una manipolazione ideologica e l’esempio vivente sono queste fiabe che ci dicono come nella cultura contadina di tutta Italia e soprattutto al sud negli elementi che si riscontrano nella fiaba esistono elemento maschili che a livello inculturativo servono anche alla donna. Nella cultura agropastorale, quando i pastori  scendevano in pianura le donne rimanevano a casa con i bambini e da sole si gestivano la vita portando avanti il lavoro dei campi e la cura degli anziani.
 Certe donne sono note per una certa rudezza, forza,  per un ruolo che ha sviluppato una serie di caratteristiche maschili. Il diritto di tramandarsi la terra al sud è di linea femminile. Il risorgimento non si sarebbe mai fatto senza i salotti borghesi delle donne che diffondevano idee rivoluzionarie. La donna è stata liberata e ci sono molti meno bambini in Italia negli ultimi decenni. Lo scopo è liberare la donna. La società nel suo insieme non ha vantaggi perché si sta esaurendo, solo singolarmente ci sono vantaggi. Questa ideologia ha portato alla distruzione della volontà del gruppo. Siamo andati vero un soggettivismo spinto, il proprio ego portato a misura di tutte le cose.  Ognuno pensa ai propri interessi e la società crolla e arriveranno i rapaci che presto prenderanno il potere. Entrare in questo tipo di mentalità fa si che ci autoannulliamo. I mass media per scaricarsi la coscienza ci scrivono le cose così come sono e siamo noi gli stupidi che non capiamo.
Nella fiaba c’è riferimento all’aspetto tecnologico della cultura e tra le varie prove che vengono chieste, c’è una prova psicologica della maturazione,  ci sono valori religiosi quali il rispetto dei morti e poi ci sono altri esempio di valori che passano attraverso la fiaba, l’educazione al lavoro di ruolo, la donna deve saper cucinare, rispetto per gli anziani, caratteristiche di dolcezza, rapporto con la tessitura. Le parche, le tre divinità del cielo che sovrintendevano alla vita, filavano, preparavano la vita e chi tagliava il filo portava la morte.
Donna che da la vita ma la può anche togliere. La donna doveva anche saper riconoscere  il grano di ogni tipo,saper accendere il fuoco, andare a prendere l’acqua. Il femminile a livello simbolico è molto legato all’acqua, perché la donna porta con se nel ventre il liquido amniotico che permette al bambino di crescere.
La donna si è spostata dal fitto della foresta nella savana, in zone semiaride, pianure australiane dove c’è sabbia, la donna essendo carica di liquido quasi ogni anno partoriva e produceva questo liquido amniotico e anche il latte con cui allattare il bambino. E questo liquido in sovrappiù la collegava al simbolo della vita, l’acqua.
Vita, donna e acqua hanno simbolicamente questi aspetti comuni, elemento della vitalità. Fotografie di Bologna in cui le donne andavano a lavare le lenzuola dei nobili, erano tutte donne, lavandaie. Anche a coltivare il riso erano tutte donne. Chi andava a prendere l’acqua anche nelle fiabe erano le donne. C’era il pozzo che stava lontano, non c’erano gli acquedotti, si andava a prendere l’acqua alla sorgente e ci andava la donna. Correlazione armonica, piena di senso, vediamo con quanta armonia tutto è stato collocato nel corso plurisecolare di pensiero. Noi pensiamo che l’uomo primitivo era un deficiente invece tutto queste cose sono state capite nell’antichissimo mondo che ci ha preceduto.
Aspetto metaforico nel viaggio dell’al di là connesso a tutti gli aspetti della cultura orale che non solo porta alla conoscenza delle proprie parti psichiche profonde ma è anche un viaggio nel soprannaturale potente.
Non c’è differenza di genere nella fiaba infatti ci sono anche eroine con un forte carattere.  MARGARET MEAD  maschi e femmine sono generi culturali, gender che è un’acquisizione culturale  e non di sesso.
Nella tradizione plurisecolare la divisione tra maschi e femmine è solo a livello lavorativo.

Tratto da ANTROPOLOGIA CULTURALE di Selma Aslaoui
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