Skip to content

Arteria mammaria interna (o arteria toracica interna)


Sono trascorsi quasi 30 anni dalle prime anastomosi tra arteria mammaria interna sinistra e arteria interventricolare anteriore eseguite da Green (New York) e tale condotto è oggi considerato di prima scelta per la sua pervietà a lungo termine. Diversi studi hanno mostrato la superiorità di questo condotto rispetto ai condotti venosi.
Studi a breve termine (1-32 settimane) mostrano un tasso di pervietà del 96-99% per l’arteria mammaria interna sinistra anastomizzata sull’arteria interventricolare anteriore contro un tasso del 82-91% per lo stesso bypass in safena. Inoltre numerosi studi a lungo termine (15 anni) hanno permesso di documentare un tasso di pervietà del 82% con l’arteria mammaria e una sopravvivenza corrispondente del 58-72%.
In tutti gli studi, l’utilizzo dell’arteria mammaria per rivascolarizzare l’arteria interventricolare anteriore si traduce in una riduzione delle recidiva di angina, degli infarti postoperatori e dei reinterventi.
L’impianto della mammaria interna sul ramo interventricolare anteriore consente pertanto di migliorare la sopravvivenza a lungo termine sia in pazienti con coronaropatia isolata, sia in pazienti sottoposti ad altro intervento cardiochirurgico associato a bypass aortocoronarico.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.