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Complicanze relative alle sole bioprotesi


Si tratta per lo più di processi degenerativi che si verificano a distanza variabile dall’intervento. Tali fenomeni sono più precoci in pazienti giovani con protesi in posizione aortica. Circa il 15-35% delle bioprotesi vanno incontro a degerazione e richiedono il reintervento a 10 anni dal loro impianto. La clinica comprende il reperto di un soffio da rigurgito spesso accompagnato da scompenso. L’ecocardiogramma conferma la diagnosi.

Risonanza magnetica nucleare
Può essere eseguita nella maggior parte dei pazienti sottoposti a chirurgia valvolare. Esistono, a tale scopo, appositi registri consultabili per verificare se tale esame è controindicato, essendo ciò correlato al tipo di dispositivo protesico e al materiale impiegato.
La presenza di stimolatori cardiaci rappresenta una controindicazione assoluta all’esecuzione della risonanza magnetica nucleare.
I punti metallici strenali non controindicano l’esame, ma sono spesso responsabili di artefatti.

Cardiopatie congenite
È oggi possibile la correzione di molte cardiopatie congenite in età pediatrica e, poiché tali pazienti raggiungono sempre più spesso l’età adulta, è in costante aumento il numero di soggetti che arrivano all’attenzione del medico di base.

Rischio infettivo
Alcune cardiopatie congenite conservano un rischio endocarditico aumentato anche dopo intervento chirugico.
È questo il caso di interventi in cui la cardiopatia sottostante non viene corretta (turbolenza legata a shunt residuo) e/o che necessitino l’impiego di materiale protesico (shunt sistemico-polmonari, condotti valvolati, patch estesi, ecc.).
La profilassi contro l’endocardite batterica è quindi necessaria, ad eccezione degli interventi correttivi senza utilizzo di materiale protesico.

Aritmie
Anche dopo correzioni chirurgiche complete in alcune cardiopatie congenite il rischio aritmico postoperatorio è considerevole (es.: aumentata incidenza di morte improvvisa nella tetralogia di Fallot).
La comparsa di sintomi quali palpitazioni, lipotimie, sincopi e la conferma elettrocardiografica dell’eziologia  aritmica impongono una immediata visita specialistica ed un approfondimento diagnostico (Holter, studi elettrofisiologici).

Tarapia anticoagulante
Le indicazioni al trattamento con anticoagulanti nella chirurgia delle cardiopatie congenite sono limitate ad alcuni interventi (particolari tipi di anastomosi, protesi valvolari, condotti extra-anatomici ...) ed talvolta alla prevenzione tromboembolica nelle aritmie. Va considerata la difficoltà oggettiva di far rispettare ad un bambino ed al suo nucleo familiare le rigorose regole di tale trattamento.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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