Skip to content

Emorragia postoperatoria e complicanze post-trasfusionali


Il sanguinamento postoperatorio è relativamente comune in cardiochirurgia con un’incidenza di revisione chirurgica variabile tra 3 e14%. Sono spesso presenti numerose concause:
farmacologiche, dovute ad antiaggreganti o anticoagulanti non interrotti o interrotti troppo tardivamente prima dell’intervento, insufficiente neutralizzazione dell’eparina con la protamina dopo la CEC, ecc.;
biochimiche, causate da alterazioni della coagulazione riconducibili all’ipotermia, ad un prolungato tempo di clampaggio, ad una coagulazione intravascolare disseminata, ecc.;
tecnico-chirurgiche.
Oltre agli effetti correlati a meccanismi immunologici a livello polmonare, le complicanze post-trasfusionali sono rappresentate dalla possibile trasmissione di infezioni, soprattutto da HIV ed HCV. Nonostante l’incidenza di tali complicanze, legata ad una migliore selezione dei donatori ed all’applicazione dei test sierologici su più larga scala, sia sensibilmente diminuita , le implicazioni medico-legali ed economiche sono tali da avere indotto numerosi centri chirurgici a richiedere sistematicamente la sierologia completa preoperatoria del paziente.
È quindi importante limitare l’impiego di emoderivati, ricorrendo appena possibile a soluzioni colloidali per la correzione della volemia e alla somministrazione di una terapia marziale e folati in stati carenziali.
Sono infine utili programmi di autodeposito preoperatorio che permettono di prelevare due o tre unità ematiche nel corso delle settimane che precedono l’intervento in pazienti elettivi e che non presentino intolleranza ischemica o emodinamica al prelievo.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.