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Le tipologie di decisione dell’amministrazione: atti generali, normativi, concessioni, autorizzazioni

Ciò su cui si basa la classificazione dei provvedimenti amministrativi è il rapporto all'assetto degli interessi coinvolti e sui suoi effetti giuridici.

Atti amministrativi generali
I Sono rivolti a gruppi indeterminati di individui. La loro funzione è quella di regolare la condotta di uffici pubblici, gli atti di organizzazione e i regolamenti di attuazione della legge sul procedimento amministrativo.
Tali atti hanno lo stesso regime giuridico dei provvedimento individuali, ma con qualche differenza: Ai procedimenti non si applicano le norme sulla partecipazione, sono spesso previsti controlli preventivi sulla legittimità, sono comunicati tramite una pubblicazione.

Atti normativi
Essi sono gli atti amministrazione generali che contengono norme giuridiche, prescrizioni generali ed astratte. I loro caratteri tipici sono la necessità di pubblicazione e l'inescusabilità della loro ignoranza.

Concessioni
Sono atti che attribuiscono ai destinatari diritti di cui l'amministrazione è titolare, come la concessione di beni pubblici, o che sorgono con la concessione. Con le concessioni le amministrazione possiedono risorse che sono sottratte alla disponibilità dei privati. L'oggetto della concessione può essere un bene pubblico, come una somma di denaro, la gestione di un servizio pubblico, la possibilità di realizzare un opera pubblica e anche un oggetto privo di valore patrimoniale, come la cittadinanza o un'onorificenza.
• In giurisprudenza la concessione è il provvedimento amministrativo con cui la pubblica amministrazione conferisce ex novo situazioni giuridiche soggettive attive al beneficiario, ampliandone la sfera giuridica.
• La concessione presenta elementi di affinità con l'autorizzazione (entrambi sono provvedimenti ampliativi della sfera soggettiva). Se ne differenzia in quanto non solo rimuove limite di una posizione soggettiva preesistente, ma attribuisce o trasferisce posizioni o facoltà nuove al privato.

Autorizzazioni
Esse concedono lo svolgimento delle attività private dopo aver accertato la compatibilità con gli interessi pubblici coinvolti. Essa rimuove un limite di esercizio di un diritto. L'autorizzazione implica un controllo preventivo su un'attività privata che non può essere svolta liberamente. L'effetto di essa è favorevole a chi di interesse ma allo stesso tempo comporta una limitazione dell'attività dei soggetti privati.
• Il controllo pubblico è preventivo, in quanto l'esito positivo è una condizione per lo svolgimento dell'attività. In alcuni casi può essere successivo, come nella dichiarazione di inizio attività, nella quale un privato comunica all'amministrazione che sta per iniziare un'attività. Il controllo può essere anche eventuale, come locali pubblici, forze dell'ordine etc.
• Atti ablatori: Con essi, l'amministrazione sacrifica l'interesse di un privato imponendogli un obbligo di fare, di non fare, di dare, o privandolo di un bene, Tali atti risolvono un conflitto fra interesse pubblico e privato.
• L'attribuzione da parte del legislatore del potere ablatorio all'amministrazione crea interessi che privilegiano l'interesse pubblico. Allo stesso tempo questo non significa che il privato sia stato punito, infatti le norme si preoccupano di tutelarlo per evitare sacrifici non necessari. Ciò è evidenziato nell'art. 42 il quale pone tre distinte garanzie: la riserva di legge, la sussistenza di un pubblico interesse, un indennizzo.

Tratto da APPUNTI DIRITTO AMMINISTRATIVO di Davide Monteverde
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