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Pasteur, Kock e la coltura pura

Il concetto di generazione spontanea, esisteva fin dai tempi della Bibbia. L'idea di base di tale teoria aveva radici nella vita quotidiana ed era facilmente comprensibile: per esempio, il cibo lasciato all'aria per un certo periodo di tempo andava in putrefazione. Se esaminato microscopicamente, esso risultava brulicante di batteri e probabilmente anche di organismi superiori come larve e vermi. Alcuni scienziati pensavano che queste si sviluppavano da semi o germi provenienti dall'aria, altri che si generavano spontaneamente da materiale non vivente. Il primo scienziato che pubblicò un libro contro la teoria della generazione spontanea fu Francesco Redi (1626-1697) provando che le larve derivano non dalla materia in putrefazione ma dalle uova depositate dalle mosche. Successivamente Lazzaro Spallanzani (1729-1799) riprese la teoria di Redi e provò che tramite bollitura si poteva ottenere l'eliminazione della cosiddetta “generazione spontanea”. Però, alla fine del '700, Lavoiser, confutò gli esperimenti di Spallanzani, dimostrando la necessità dell'ossigeno per la sopravvivenza, elemento che era venuto a mancare nella bollitura. All'inizio dell'800 Schroder e Von Dush confermarono l'inattendibilità della teoria della generazione spontanea, ponendo un brodo  precedentemente bollito in una bottiglia e lasciando che l'aria penetrasse dopo essere passato in un tubo contenente cotone, che fungeva da filtro per l'ingresso dei microrganismi.

Tratto da BIOLOGIA DEI MICRORGANISMI di Domenico Azarnia Tehran
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