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Sistema policentrico pittorico


Nell’ambito della produzione pittorica, si delineò un sistema policentrico pittorico italiano dopo le tendenze affermatesi del Naturalismo Caravaggesco e Carraccesco tra fine Cinquecento e i primi decenni del Seicento che vide la formazione di scuole pittoriche nei centri maggiori. Queste ebbero in generale un comune orientamento antimanierista e riformatore che fu prevalentemente e variamente sollecitato dalle nuove tendenze affermatesi in quel periodo a Roma: il Naturalismo caravaggesco e l’eredità carraccesca. Naturalmente esse furono rese altresì possibili dalla presenza, in quei centri di altri artisti che seppero per proprie capacità collegarsi a queste nuove tendenze. Dette scuole, infatti, svilupparono una propria identità determinata dalle specifiche condizioni storiche, dal ruolo svolto dai committenti locali anch’essi portatori di istanze culturali, e in fine  dal fatto che le tendenze innovatrici si innestarono su quelle preesistenti.
Gli esiti di tale processo concorsero a differenziare ulteriormente i vari centri: Napoli, Genova, Firenze, Milano, Venezia divennero le diverse realtà di questo sistema policentrico.

Non si deve dimenticare che le loro vicende culturali e artistiche risentirono contemporaneamente dei cambiamenti di ordine culturale e ideologico innescati dalla Controriforma specialmente per quanto riguarda la pittura di soggetto sacro che restò sempre e ovunque l’asse portante della produzione artistica de destinazione sia pubblica che privata. Cambiò, infatti, il modo di interpretazione dei temi sacri e nel modo di rappresentare il rapporto tra l’umano e il divino: si passò ad esempio dalla Passione di Cristo e dai martiri dei santi a temi celebrativi, agli eventi miracolosi e alle estasi

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