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La cartografia di derivazione tolemaica

L'opera cartografica di Tolomeo risorge nel XV secolo, anche se fu sempre studiato da studenti, viaggiatori, monaci, geografi e astronomi arabi. I codici dell'opera geografica di Tolomeo giunti fino a noi sono molto tardi: pertanto si è dedotta un'eclisse della conoscenza dell'opera seguita dalla sua grande rinascita. Gli studiosi e i letterali laici cominciarono a raccogliere i codici greci e a tradurli in latino. La fortuna della Geografia si deve al fatto che Tolomeo aveva un nome famoso e noto come astronomo e alla semplicità di traduzione presentata dal suo testo, costituito in gran parte da nomi di località e da valori numerici. Più tardi si ebbe la necessità di verificare sul testo di Tolomeo i nomi dei luoghi, le loro distanze e le loro coordinate. Gli umanisti erano attratti dagli aspetti formali, letterari e filologici e dai relativi problemi che in tali campi essa presentava.  Il fatto occasionale che provocò il successo fu l'amicizia tra Emanuele Crisolora di Costantinopoli e Jacopo Angelo di Scarperia. Crisolora aveva iniziato la traduzione della Geografia, ma per gli impegni pubblici dovette affidare l'incarico al suo discepolo, che terminò l'opera nel 1406; nel 1415, furono disegnate le carte, che furono allegate ai manoscritti della versione di Jacopo Angelo. 
Un altro balzo in avanti fu fatto quando venne introdotta l'arte della stampa: grazie ad essa, le copie divennero meno costose e poterono avere una diffusione maggiore rispetto ai manoscritti. Nel 1475 fu pubblicata a Venezia la traduzione latina di Jacopo Angelo con il titolo da questi scelto, Cosmographia: titolo scelto perché i riferimenti celesti sono alla base della trattazione, cioè l'opera di Tolomeo è considerata un'opera prevalentemente astronomica, visto che la Terra è attraversata da meridiani e paralleli come la volta celeste. C'è qui ovviamente la cieca fiducia in Tolomeo come autorità indiscussa. All'edizione di Vicenza seguì, dopo due anni, l'edizione di Bologna, che reca la data del 1462, data improbabile poiché in quell'anno la stampa non era ancora stata usata in Italia. Questa edizione è molto importante perché è la prima a stampa che contenga carte geografiche, incise su rame, e sono in tutto 26: 1 mappamondo, 10 carte dell'Europa, 4 carte dell'Africa, 11 dell'Asia. Di questa edizione furono tirate 500 copie, ma il testo, pur revisionato, è pieno zeppo di errori.
Le edizioni dei Tolomei si susseguono a ritmo incalzante: nel 1478 appare la prima edizione romana, importante dal punto di vista storico perché fu eseguita nella prima tipografia impiantata in Italia, a Subiaco, da due tedeschi. Poiché uno dei due morì e l'altro si era trasferito a Roma, l'opera di stampa fu condotta a termine da Arnoldo Buckinck, come si legge nella prefazione, dove si legge pure che la revisione del testo fu eseguita dall'umanista veronese Domizio Calderini. Probabilmente, però, non si tratta dello stesso codice greco dal quale Jacopo Angelo aveva tratto la sua traduzione del 1406. Questa edizione è accompagnata dalle 27 carte dei codici. 
È molto interessante anche l'edizione fiorentina del 1482 di Francesco Berlinghieri, che si assume il compito di tradurre in volgare e in terza rima l'opera di Tolomeo, con aggiunte e correzioni, aggiunte che riguardano anche le carte: alle 27 carte dei codici tolemaici vengono affiancate per la prima volta delle tavole moderne, le cosiddette tabulae novae (Spania novella, Gallia novella, Novella Italia, Palestina moderna et Terra sancta, dove novella vuol dire aggiornata). Il titolo era Geographia: il cambiamento del titolo indica un'interpretazione dei contenuti dell'opera tolemaica fatta in una certa epoca, che si riteneva culturalmente affine a quella di Tolomeo; mentre il ristabilimento del titolo originale significa la presa di coscienza di chi si trova di fronte a un'opera da conoscere e da rispettare per la dottrina, ma anche da aggiornare con nuove notizie e carte.
Nel 1482 viene pubblicata per la prima volta in Germania una edizione della Geografia di Tolomeo, con il nome di Cosmographia, la cosiddetta edizione di Ulma. Questa contiene 32 carte, le 27 dei codici più 5 tavole moderne: le 4 già comparse nell'edizione del Berlinghieri con l'aggiunta di una tavola riguardante le regioni dell'Europa settentrionale, tratta da un originale del cartografo danese Claudio Clausson Swart.
Le grandi scoperte geografiche portarono un po'di confusione e incertezza tra umanisti, matematici ed editori di Tolomeo. Infatti passarono ben 17 anni prima che appaia un'altra edizione di Tolomeo, dopo quella romana del 1490. Si può dire che la nuova edizione del 1507 costituisce la prima edizione critica. L'editore fu Evangelista Tosino, che ottenne dal papa Giulio II un privilegio di 6 anni. Questa edizione, oltre al testo e ad articoli matematici, contiene 33 tavole, le 27 attribuite a Tolomeo e 6 tavole nuove, tra le quali abbastanza originale è quella dell'Europa centrale. 
Con l'edizione di Venezia del 1511, opera di Bernardo Silvano da Eboli, si apre un capitolo nuovo della storia della fortuna dell'opera geografica di Tolomeo. Infatti il curatore avanza l'ipotesi che gli errori che si riscontrano nella Geografia di Tolomeo non siano dovuti tanto all'astronomo e geografi alessandrino, quanto ai suoi interpreti, specialmente quelli più recenti. Per questo motivo ripropone solo le 27 carte attribuite alla tradizione a Tolomeo, limitandosi ad adattarle alle cornici delle carte nautiche, delle quali prende anche il sistema della colorazione: inoltre per la prima volta le carte sono stampate su entrambe le facciate dei fogli. Ritenne necessaria aggiungere una carta che rappresenta le terre ignote a Tolomeo, in proiezione a forma di cuore.
Dal 1511 al 1548 non ci furono edizioni di Tolomeo pubblicate in Italia. In questo periodo furono stampate molte edizioni a Strasburgo che riportano diverse tavole moderne e trascrivono i toponimi in greco e in latino. Nell'edizione del 1522 appare per la prima volta il toponimo America. Nelle edizioni di Lione e Vienne, le carte sono 50, comprese le 27 della tradizione. Dal 1540 cominciano le edizioni di Basilea, curate dal Munster, che ristampò il testo con poche varianti nel 1542 e con le carte in numero 48. Nell'edizione del 1545 divennero 54; tra di esse era inclusa la Carta Marina di Olaus Magnus relativa alle regioni dell'Europa settentrionale. L'ultima edizione del Munster è del 1552, con qualche aggiunta nel testo e con la sostituzione di una carta del lago di Costanza con una carta della Pomerania. 
La ripresa dell'attività editoriale dell'opera tolemaica in Italia avviene nel 1548 a Venezia: la Geografia di Tolomeo viene edita  in volgare, la parte cartografica è curata da Giacomo Gastaldi, il formato è tascabile, il mappamondo tolemaico è sostituito da due mappamondi moderni e le carte tolemaiche sono alternate con 34 carte moderne, accuratamente aggiornate, dovuto alla necessità commerciale e scientifica di sfruttare il nome di Tolomeo e il titolo della sua opera famosa per cominciare la pubblicazione delle prime raccolte di carte geografiche.
Intanto venivano anche stampate carte moderne sciolte, che prima o poi venivano raccolte in corpora più o meno ampi, come quello che va sotto il nome del Lafreri, costituita da carte di diverso formato, dovuto a molteplici autori. Anche le ultime edizioni di Tolomeo contengono carte per lo più moderne, modificate su esempio di quelle del Gastaldi, come avviene per quelle di Vincenzo Valgrisi del 1561, 1562 e 1564. La comparsa nel 1570 del primo atlante di carte moderne ad opera dell'Ortelio frenò, ma non bloccò del tutto, la pubblicazione del testo e delle carte di Tolomeo. 
Lo stesso Mercatore pubblicò a varie riprese le solo carte di Tolomeo, con correzioni, o testo e carte. L'ultima edizione di sole carte secondo l'elaborazione di Mercatore è datata 1730. Anche il grande Magini pubblicò alcune edizioni della Geografia di Tolomeo: la prima fu quella del 1596, in latino, con 27 carte antiche e 37 carte moderne. Di questa edizione fu fatta una traduzione nel 1598 in italiano; l'ultima è del 1621, in italiano e postuma. Il nome e l'opera di Tolomeo vengono utilizzati per far apprezzare i meriti dei moderni cartografi, non inferiori a quelli antichi.

Tratto da CARTOGRAFIA E TERRITORIO NEI SECOLI di Elisabetta Pintus
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