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Esempi di teatro filmato


Diciamo che le differenze sono in parte vere e in parte presunte. Concentriamoci invece sull'atteggiamento della critica rispetto alla teatralità di un certo cinema, sia che si tratti di film tratti da lavori teatrali sia di quelli ritenuti legati a tecniche ed esiti della scena. Pensiamo alla connotazione spregevole con cui si è usata per un pezzo la formula teatro filmato o teatro fotografato, ma anche teatro in scatola, riferita ad un film o a un certo tipo di cinema. Un po' come chi oggi dice questo non è cinema, è televisione! Quando si combatteva per il cinema – cinema si bollavano con disprezzo i film che concedevano tanto alla parola, soprattutto quelli basati su copioni teatrali.  Alle origini il cinema era un surrogato di teatro ma intanto è indubbio che moltissimo cinema facesse da lievito al teatro. Mejerch'old non puntava forse sul movimento, l'azione e la visione? E i futuristi italiani?  Pirandello stesso, pur legato da sempre alla suggestione della parola, nella sua ultima produzione tende ad un linguaggio sempre più orientato verso l'immagine, la luce, il suono, la visività, la gestualità, a tal punto che le immagini si sostituiscono in maniera prevaricante al dialogo.
Dall'altra parte della barricata, fin dagli inizi, il cinema ricorre al teatro. Non solo per cercare una promozione (pensiamo a Le Film d'Art, con famosi autori della Comédie) ma anche per una effettivamente preziosa opera di divulgazione di risultati teatrali affidati alla testimonianza della pellicola. Pratica ripresa in America da Adolphe Zukor, che perseguiva la politica dei grandi interpreti per grandi soggetti. E sempre durante il muto sorse il Kammerspiel, un cinema – da – camera che somiglia tanto al teatro – da – camera ma che proprio nel suo rinchiudersi trova gli elementi della sua validità.
Altri, altrettanto legittimamente, divulgavano opere teatrali, riempiendo lo schermo di magie visive, come il Max Reinhardt di Sogno di una notte di mezza estate. Spesso il passaggio fra palcoscenico e cinema risulta fatale, mentre altri attori esprimevano nel cinema, con estrema naturalezza, la loro doppia natura. Alcuni, magari – essendo in primis teatranti – si facevano affiancare dai tecnici: certi film hanno la doppia firma del regista e del direttore artistico. La capitale del cinema è piena di personaggi dalla doppia attività di commediografi e sceneggiatori.


Tratto da CINEMA E TEATRO TRA REALTÀ E FINZIONE di Gherardo Fabretti
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