Il colloquio psicologico generativo: setting e-è relazione

“Il colloquio è un particolare tipo di strumento caratterizzato da uno schema verbale che permetta lo svilupparsi di un processo di conoscenza” (Lis, Venuti, Zordo).
Istituire un setting significa delimitare le condizioni fattuali adeguate all’attuazione delle operazioni tecniche: organizzare un ambiente silenzioso e confortevole, tutelato da rumori esterni, un’adeguata concentrazione, concordare un tempo per l’incontro e definire altre regole contrattuali. Si dovrà inoltre considerare anche il modo del cliente di reagire all’istituzione di tali condizioni, i comportamenti e gli agiti. Nel colloquio psicologico le competenze dello psicologo saranno:
 a) di osservare il modo del cliente di reagire all’istituzione di condizioni, dunque osservare l’uso che questo fa del tempo, dello spazio, dell’onorario..
b) organizzare un pensiero intorno a tali comportamenti.
Anche nel colloquio psicologico riconosciamo un set: cornice materiale fatta i luoghi, tempi, costi, ruolo, obiettivi che delimita i confini della relazione. Il set comprende il dove, il quando, il quanto, il come. Inoltre si ha un passaggio dal setting come cornice al setting come metodo e ciò porta con sé l’idea che quanto accade nel colloquio assume rilevanza in quanto segno di una proposta e di una dinamica di rapporto. Il setting è sempre un setting attivo perché:
-le condizioni di ogni setting clinico organizzano e orientano la relazione consulenziale;
-la posizione assunta in relazione al setting rappresenta 1a fondamentale modalità di comunicazione attiva nella relazione.
Il set(ting) è condizione organizzativa immediatamente interpretata da parte del cliente che in essa agisce le fantasie evocate dalla relazione e da parte dello psicologo che usa il set(ting) come condizione per analizzare le fantasie stesse.