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Giordano Bruno, biografia


Bruno, originario del regno di Napoli, proviene da una famiglia popolare. La sua formazione avviene presso il collegio dei domenicani, da cui deriva l’approfondita conoscenza di Aristotele, del tomismo e della cultura cristiana. Ma era anche dotto su forme di pensiero estranee alla tradizione dell’ordine, come il platonismo e il neoplatonismo e in più il naturalismo e la magia. Mostra una forte inclinazione a tradurre in prassi la propria elaborazione e a fare della filosofia uno strumento di trasformazione e di riforma della realtà. L’opera di Bruno vede luce attraverso varie peregrinazioni per l’Europa, sulle tracce di personaggi e ambienti capaci di accogliere il messaggio. Essa si alimenta di un contradditorio con i più diversi orientamenti filosofici e religiosi. Quindi si ha un impianto soprattutto polemico e dialettico. A conferma di ciò, la forma del dialogo di alcune opere maggiori, tra cui gli scritti composti in Inghilterra. La filosofia di Bruno si configura come non cristiana ma come il tentativo di rinnovare la cultura filosofica in senso anticristiano.
Giordano Bruno nasce a Nola nel 1548, battezzato col nome di Filippo. Nel 1562 si trasferisce a Napoli per continuare gli studi, come la dialettica, la logica e le tecniche mnemoniche. Per poter continuare gli studi, all’età di 17 anni, entra come novizio nell’ordine dei frati domenicani, stabilendosi nel convento napoletano di San Domenico Maggiore e assumendo il nome di Giordano. Già all’epoca le sue posizioni erano difficilmente conciliabili con la cultura dell’ordine e con l’ortodossia cattolica. Nel 1572, è ordinato sacerdote. Nello stesso anno, viene ammesso a seguire il corso di teologia sacra, al termine del quale si laurea come lettore in teologia. Per sottrarsi ad un processo per eresia intentatogli dai superiori, si trasferisce a Roma nel 1576. Poco dopo sveste l’abito dell’ordine ed è costretto ad abbandonare la città per sfuggire ad un altro processo, accusato ingiustamente di aver gettato un confratello nel Tevere. Prima va a Ginevra, dove per convenienza abbraccia la religione di Calvino che poi abiurerà. Nel 1581, si trasferisce a Parigi. Due anni dopo è in Inghilterra, dove si trattiene fino al 1585. Ad Oxford, tiene un corso in latino. Le lezioni però non incontrano il successo sperato, anzi suscitano la reazione dell’ambiente universitario per cui va a Londra. Le ragioni del dissidio con gli accademici di Oxford derivano da riflessioni di Bruno che confluiranno nella Cena delle Ceneri (1584), primo dialogo pubblicato in Inghilterra. Bruno contesta innanzitutto la pedanteria dei dottori inglesi. Al nolano sembra che in costoro l’amore per il classico e la filologia abbia lasciato il posto a una cura per la forma, le regole e i problemi di metodo , piuttosto che occuparsi del contenuto. Inoltre Bruno combatte una battaglia in difesa dell’eliocentrismo. Per i teologi riformati, l’eliocentrismo non rappresenta una dottrina cosmologica ma un’ipotesi astronomica, cioè un modello geometrico che non corrisponde alla realtà fisica. Bruno afferma con decisione la verità fisica e cosmologica dell’eliocentrismo e si scontra con i teologi. Nella Cena delle Ceneri, l’autore si scaglia contro il geocentrismo e capisaldi della fisica aristotelica. Si perviene a una prima intuizione di principi, come la relatività. Il suo intento, in particolare, è abolire la nozione di centro. Il cosmo aristotelico, finito e gerarchicamente ordinato. Suddiviso in una regione celeste incorruttibile e in una terrestre, dove si svolgono i processi di generazione e corruzione, lascia il posto a un universo privo di distinzioni gerarchiche, infinito in estensione, composto da infiniti mondi e, in quanto infinito, privo di centro. Nel De infinito universo et mondi (1584), Bruno sostiene l’idea dell’universo infinito, poiché esso è l’effetto della potenza di Dio. Negare l’infinità dell’effetto equivale a negare l’infinità di Dio e porre dei limiti alla sua potenza e ciò è razionalmente inaccettabile.

Tratto da CONTRORIFORMA E SECONDO 800 IN LETTERATURA di Gabriella Galbiati
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