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Verga e il ciclo dei vinti



Verga comincia così una produzione di novelle e racconti che dimostrano il carattere del laboratorio. Da questo impegno nasce la prima raccolta di grandi racconti di ambientazione siciliana, Vita dei campi (tra cui Rosso Malpelo, 1880). Le caratteristiche sono: il metodo dell’impersonalità per rappresentare il vero; individuazione dell’ambiente contadino siciliano come situazione sociale e umana; il linguaggio conserva il colorito della parlata siciliana; visone ideologica in base alla quale il mondo contadino e l’ambiente in cui più chiari emergono gli aspetti negativi del progresso, è un mondo immobile non passabile di miglioramento, dominato dal pregiudizio, dalle tradizioni, dalle passioni elementari, nel quale la parola, i sentimenti, le intenzioni non hanno peso perché l’unica cosa che conta è il comportamento.
Viene anche impostato il progetto del ciclo dei vinti, l’insieme di cinque romanzi che dovevano esprimere la concezione del mondo di Verga in una forma narrativa e artistica matura e soddisfacente agli occhi dell’autore. Il frutto più importante, I Malavoglia, è del 1881. Quest’opera non fu capita e solo l’amico Capuana si era dato da fare per spiegare alla critica e al pubblico l’alta qualità dell’opera. Questa rappresenta un ambiente di poveri pescatori, per cui Verga si era documentato. Capuana gli procurò una raccolta di Proverbi e Modi di dire siciliani. La scelta di scrivere il romanzo lontano dalla Sicilia risultò utile, proprio perché uno degli elementi principali dei Malavoglia è che la verità dell’ambiente e il colorito della lingua non sconfinano nella ricostruzione folkloristica o in una pesante intrusione del dialetto. È poi caratterizzato dalla coralità. La voce narrante parla la stessa lingua dei personaggi. Anche il narratore, non solo i personaggi usa continuamente proverbi e massime di saggezza popolare. La narrazione è focalizzata su una pluralità di personaggi. Non esiste l’eroe, il protagonista col quale il lettore possa stabilire un rapporto di identificazione. È vero che nella prima parte la figura predominante è quella del patriarca padron’Ntoni, mentre alla fine emerge quella del nipote ‘Ntoni, ma continuamente l’azione dei protagonisti viene descritta da punti di vista diversi. La coralità non è solo una scelta stilistica ma diventa uno strumento per la rappresentazione del realtà. Nel mondo di Aci Trezza, la vita è prima vita della comunità e poi dell’individuo. Anzi i Malavoglia è la storia del fallimento di chi, sia come famiglia, sia come individuo, cerca di imporsi, di modificare la scala sociale, che è definita dal parametro della proprietà. Le relazioni tra le persone sono regolate dai rapporti economici, che stabiliscono ruoli sociali, possibilità o impossibilità di stringere legami. Chi crede che i valori morali siano più importanti dei valori economici è destinato ad essere una vittima.

Tratto da CONTRORIFORMA E SECONDO 800 IN LETTERATURA di Gabriella Galbiati
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