Skip to content

Roberto Ardigò

Ardigò definisce le caratteristiche della pedagogia come “scienza dell’educazione”. Scrive “La psicologia come scienza positiva”, opera di fondazione della psicologia scientifica italiana e di piena adesione al positivismo. Si interessa di pedagogia durante un biennio di incarico universitario, affidando ai suoi alunni la raccolta delle lezioni, poi rielaborate nell’opera “scienza dell’educazione”.

Il significato dell’educazione→ La pedagogia come scienza dell’educazione deve, nel quadro di una filosofia  definita naturalista, trovare il suo fondamento nel “fatto” educativo così come naturalmente si verifica.
Per Ardigò tutto è formazione naturale, anche la psiche è risultato di un processo naturale caratteristico di tutto il divenire cosmico.
Lo sviluppo del fanciullo è una “formazione naturale” frutto di disposizioni ereditarie e dell’ambiente. Nella realtà sociale dell’educazione operano diverse matrici, cioè ambienti che concretamente modificano lo sviluppo, individuate in famiglia, chiesa, scuola e stato. Ciascuno matrice con il suo intervento modifica i risultati dell’educazione. Una matrice importante è stata la chiesa, ma oggi il suo posto deve essere assunto dalla scuola, dove è possibile attuare un’educazione sistematica e scientificamente orientata. Attraverso la scienza dell’educazione, l’uomo può acquistare le attitudine di persona civile, di buon cittadino, e di individuo fornito di speciali abilità utili..e formarsi così una seconda natura che è relativa al momento storico in cui avviene questa azione della società sull’individuo.

Il metodo: attività, esercizio, abitudine
L’educazione è il risultato di tre momenti interconnessi:
- attività
- esercizio
- abitudine.
Alla base di tutto il processo educativo sta l’attività, la quale esige degli stimoli la cui ricerca è compito del maestro. L’alunno deve apprendere per esperienza propria e non basarsi solo sulla parola del maestro. Si tratta quindi di un metodo intuitivo quello che s’insegna per mezzo dell’esperimento. L’intuizione può essere diretta e naturale come nel gioco, il quale, in polemica con Frobel, deve essere spontaneo e non diretto. Può anche essere un’intuizione diretta artificiale che si produce quando il maestro propone all’alunno una serie di esperienze già selezionate. L’intuizione indiretta comprende invece gran parte di quello che è l’insegnamento scolastico tradizionale. L’insegnamento parlato è necessario quando serve per le distinzioni, per il lavoro logico,..ma deve essere usato con cautela perché la possibilità di equivoco è sempre presente.
Quanto alla sua forma logica il metodo può essere deduttivo o sintetico oppure induttivo e analitico. Per Ardigò solo il secondo è il vero metodo scientifico.
Il metodo induttivo è da adottare nelle scuole elementari dove i fanciulli hanno per la tenera età un patrimonio di idee generale limitato; il deduttivo nelle altre scuola ove gli alunni hanno già fatto molta esperienza di generalizzazione delle idee. Per il maestro ci sono tre principi fondamentali: passare dal noto all’ignoto, dal semplice al composto, dal facile al difficile.
L’esercizio, frutto dell’attività, ha come scopo principale quello di ingrandire l’organo, renderlo più energico, formare nuove connessioni e formare la volontà.
L’abitudine rappresenta il fine dell’educazione o l’educazione stessa per Ardigò. La funzione più importante del maestro è l’educazione morale, in quanto la scuola deve sostituire le matrici familiare e religiosa. Secondo lui lo scopo dell’educazione morale è che il bambino si abitui a compiere il bene liberamente, per propria convinzione.

Tratto da CULTURA PEDAGOGICA - LA STORIA di Selma Aslaoui
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.