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Strutture e competenza nella scuola nel pensiero di Bruner

Nella contrapposizione con Dewey si incontrano i capisaldi del pensiero bruneriano, che riguardano l’integrazione dell’Attivismo mediante la programmazione dell’apprendimento attraverso la categoria della struttura. Il valore di una conoscenza consiste nella sua utilità per il futuro, nella sua capacità di essere trasferita e utilizzata in situazioni nuove. A tal fine è indispensabile prevedere l’apprendimento non tanto di contenuti, quanto di strutture, corrispondenti alla facoltà di strutturazione che caratterizza la psiche umana. Gli argomenti di studio possono essere i più vari.
I vantaggi dell’insegnamento strutturale sono:
-la comprensione delle strutture rende più interessante una disciplina, perché l’alunno ne coglie prima l’utilità
-grazie alle strutture viene facilitato l’apprendimento mnemonico
-le strutture favoriscono il transfert dell’apprendimento, le stesse strutture possono essere trasferite in campi diversi di apprendimento
-l’insegnamento strutturale, unificando le scelte metodologiche, contribuisce a rafforzare la continuità tra la scuola elementare e la scuola superiore.
La scuola è un ambiente per l’apprendimento, nel quale l’insegnamento mediante strutture può dare una risposta al problema deweyano di creare una scuola all’altezza  di una società democratica, tecnologicamente avanzata, capace di rispondere alle sfide dell’ambiente fisico e della situazione storica. Gli insegnanti devono essere preparati, sia sul piano metodologico-didattico, sia nel settore del loro specifico disciplinare.
Con l’apprendimento per strutture, l’attivismo pedagogico passa, dall’ambiente sociale della scuola, all’interno degli stessi procedimenti più delicati di apprendimento. L’allievo attraverso la ricerca delle strutture potenzia l’autonomia della sua cultura personale, valorizzando l’euristica, cioè la tecnica dell’apprendimento per problemi.
Di qui deriva che si può insegnare tutto a tutti, nel senso che qualsiasi argomento di studio può essere presentato in ogni età ai fanciulli, a condizione che le relative strutture concettuali siano presentate in un linguaggio conforme al grado di sviluppo psicologico degli allievi. L’ideale è che il bambino incontri via via nelle varie fasi dell’età evolutiva , attraverso i  linguaggi adatti alla fase psicologica vissuta, le stesse strutture. È questo il principio dell’insegnamento a spirale, per cui “la scuola traduce il contenuto dell’istruzione in forme di pensiero congrue all’età, stimolanti e tali da invogliare il fanciullo ad andare avanti, ad anticipare”.
All’insegnante è nuovamente riconosciuta una centralità fondamentale nel processo di apprendimento; è caratterizzato dalla competenza disciplinare e dalle conoscenze psicologiche,nonché dalla capacità di costruire un corso di studi e gestirlo anche in collaborazione con i colleghi.

Tratto da CULTURA PEDAGOGICA - LA STORIA di Selma Aslaoui
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