Skip to content

La nascita della “salute mentale del sudest asiatico”


Uno dei punti di una rete di servizi sanitari operanti sul territorio della California era il servizio di salute mentale asiatica finanziato da fondi federali per i progetti relativi ai rifugiati. Questo finanziamento governativo ai servizi sanitari locali diede origine a tutta una serie di discorsi e Pratiche riguardanti la cosiddetta “salute mentale del Sudest asiatico”, una formula che faceva riferimento a una condizione di cui si presumeva fossero privi i rifugiati cambogiani. La salute mentale del Sudest asiatico era in pratica un insieme di strategie volte, da un lato, a denominare, classificare e trattare le malattie della popolazione bersaglio e, dall’altro, a mobilitare tutta una serie di addetti all’inserimento, assistenti sociali ed esperti medici e accademici che avevano il compito di assistere i rifugiati e alleviare le loro sofferenze.
 I pazienti cambogiani vennero descritti come “passivi e obbedienti”, ma anche come “non accondiscendenti“. Una caratterizzazione questa che veniva spiegata ricorrendo a una loro “eccezionale tendenza a evitare ogni pensiero o attività che potesse ricordare il passato. I pazienti si rifiutavano spesso di raccontare in modo dettagliato la loro storia, e anzi molti di loro non l’avevano probabilmente mai raccontata a nessuno prima. C’era un tentativo consapevole di negare gli eventi del passato”.
La non accondiscendenza sarebbe derivata da una certa passività culturale, dai traumi che avevano subito nel loro paese lacerato dalla guerra e, forse, da un misterioso male asiatico in seguito al quale essi non sarebbero stati in grado di distinguere fra realtà e credenze spirituali.
Una caratteristica importante della salute mentale del Sudest asiatico era la massiccia presenza nelle file dei suoi operatori di americani di origine asiatica, che avevano fra l’altro il compito di istruire i rifugiati sulla nomenclatura medica americana. Veniva dato per scontato che, essendo anch’essi di” cultura asiatica” e avendo vissuto l’esperienza di essere figli di rifugiati provenienti dalle stesse aree geografiche, fossero maggiormente in grado di entrare in sintonia con gli universi culturali dei rifugiati asiatici.

Tratto da DA RIFUGIATI A CITTADINI di Anna Bosetti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.