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Luoghi, tempi, strumenti della didattica


Tradizionale figura del docente singolo, manca la messa in comune di ipotesi, esperienze, risultati educativi tra gli operatori scolastici + lottizzazione degli allievi in classi separate = solitudine professionale del docente che conduce ad elevare i tassi di segregazione degli scolari dentro l’aula, che non permette al soggettidi essere posto criticamente di fronte alla sua esperienza di vita.
Danni subiti dalla personalità infantile rinchiusa nel microcosmo della classe: socializzazione sclerotizzata in minigruppi chiusi, percezione pietrificata da spazi e dimensioni sempre uguali, interessi logorati da occasioni sempre con la stessa fisionomia, creatività intrappolata in un universo di esperienze imitative e ripetitive.
Considerare come spazio didattico non solo l’aula ma l’intero territorio deputato ai processi di istruzione formalizzata = strategia delle classi aperte (laboratori, aule progetto) per garantire ai processi di apprendimento una reale mobilità verticale che sappia tener conto dell’avanzamento di ciascun allievo.
Ripercussioni:
-    sul piano strutturale: per liquidare la logica gerarchica, individualistica della scuola tradizionale e assicurare una piena socializzazione degli allievi e tra docenti
-    sul piano dei contenuti culturali: favoriscono la sdogmatizzaizone dell’istruzione ufficiale assicurando al discente una cultura plurilaterale e unitaria saldata al presente storico
-    sul piano metodologico: smantellamento dei tradizionali primati di programma, lezione, libro, in favore di programmazione, sperimentazione, verifica

Tratto da DIDATTICA GENERALE di Antonella Bastone
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