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Il diritto amministrativo in Italia


Italia : 1860: all’indomani dell’unificazione, le correnti liberali impongono la soggezione dell’amm.ne al diritto comune e al giudice ordinario. Questa concezione, da un lato si traduce effettivamente nella garanzia degli interlocutori privati dell’amm.ne, soprattutto delle grandi imprese impegnate nella costruzione di infrastrutture essenziali per lo sviluppo nazionale. Dall’altro la configurazione della libertà dell’amm.ne come spazio di autonomia simile a quello in cui si esplica la volontà individuale finisce per riservare alla persona pubblica un’area di potere insindacabile.
Si afferma che il diritto pubblico è il diritto che regola i rapporti tra stato e cittadini, è cosi il diritto amministrativo diventa una branchia amplia del diritto pubblico.
L''inizio del 900 ci sono le prime nazionalizzazioni è la stagione dell'interventismo pubblico
Durante il fascismo si moltiplicavano le nazionalizzazioni e la creazione di nuovi entri pubblici.
In italia il isistema del diritto amministrativo diventa autonomo grazie alla dottrina e alla giurisprudenza, senza basi normativa fino alla legge del 1990. si tende ad eslaterne le prerogative e i crattere autoritativi (esecutorietà autotutela, imperatività) tuttavia senza le mitigazioni dei diritti amministrativi francesi e tedeschi. E in questo contesto che si ascrive la nozione di interesse legittimo, in favore della tutela dell'amministrato. Fondamentale è l'opera del consiglio di stato attraverso il sindacato sull'eccesso di potere.
1990: all’inizio degli anni 90, la crisi della finanza pubblica e i rapporti tra politica/economia determinano un ambiente favorevole alle privatizzazioni e alla ricerca di nuove forme di amm.ne.

Tratto da DIRITTO AMMINISTRATIVO COMPARATO di Antonio Grisolia
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