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Lo squilibrio patrimoniale dell'impresa

Infine vi è lo squilibrio patrimoniale che si manifesta quando l'attivo dell'impresa è inferiore alle sue passività. Ciò nonostante l'impresa potrebbe comunque essere solvibile quando riesce a ottenere da terzi le risorse finanziarie necessarie ad adempiere alle proprie obbligazioni o quando riesca ad ottenere una parziale o totale dilazione delle scadenze. La disciplina prevista dal codice civile in materia di crisi implica un particolare favore per il più forte. Eventuali conflitti possono sorgere tra imprenditore creditore e tra creditori quando c'è carenza di attivo (attivo inferiore al passivo). In una siffatta situazione vince il creditore che ha saputo meglio tutelarsi con l'ottenimento di privilegi o altri strumenti. In questo caso le disposizioni civilistiche non sono sufficienti, è necessario ricorrere ad una disciplina speciale che regoli i comportamenti in modo che:
a. In caso di in capienza del patrimonio disciplini la spartizione di quanto resti;
b. disciplini quindi il concorso dei creditori;
c. che porti ad un'efficace applicazione del principio della PAR-CONDICIO CREDITORUM, che non significa dare a tutti lo stesso a dare a tutti lo stesso secondo i medesimi principi;
d. obblighi il creditore a non esperire azioni individuali ma che ci sia il concorso di tutti sul patrimonio del fallito.

Tratto da DIRITTO FALLIMENTARE di Salvatore Busico
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