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Il concetto di interesse in campo educativo

Per gran parte degli anni '60 e '70 l'opinione prevalente era che "interesse" in campo educativo significasse ciò che ha relazione con la vita dello studente in modo diretto e pressante. Non si affrontò peraltro il problema del valore da darsi alla frase "avere relazione", e ci si focalizzò su ciò che poteva essere vantaggioso, utile, soddisfacente rispetto ai bisogno di conoscenza legati all'immediatezza di quel contesto, di quel presente. In questo modo, la storia diventava non qualificante; nella letteratura si poté dimostrare che Shakespeare, Dickens, Poe, Melville erano privi d'interesse poiché non si erano occupati della guerra in Vietnam o del razzismo americano: Kurt Vonnegut, Ray Bradbury, Bob Dylan potevano benissimo sostituirli. Si deve rinnovare la definizione di interesse: ciò che ha massimo interesse per gli studenti è tutto ciò che l'ambiente dell'informazione fornisce loro in misura minore. Abbandonare gli studenti alle influenze dominanti della cultura significa preparare loro un'istruzione unidimensionale e una personalità semisviluppata. Interessante è ciò che la cultura insistentemente dichiara privo di importanza. L'educazione deve diventare un asse centrale nelle dinamiche morali, sociali ed intellettuali in quell'Ascesa dell'Umanità (titolo dell'opera di Jacob Bronowski - il destino dell'umanità è la scoperta del sapere) che dia senso al curriculum scolastico, incentivi le materie già esistenti e si fondi sulla coerenza di un sapere che faccia sua la tradizione umanistica. 
A titolo di esempio, Postman cita l'insegnamento della storia come disciplina che non si riduca a semplice materia, ma che diventi il modello argomentativo per tutte le altre materie (- insegnare ogni materia come storia, come discipline in continuità storica, andare oltre gli eventi, giungere al regno dei concetti e delle teorie, ipotesi, comparazioni, deduzioni, valutazioni. Per l'autore sono fondamentali almeno altre 4 aree del sapere: 

– filosofia della scienza (studiare il linguaggio scientifico, la natura della prova scientifica, l'origine delle ipotesi, il ruolo dell'immaginazione, le condizioni della sperimentazione, il valore di errori e fallimenti) 

– semantica (studio del processo di formazione del significato, relazioni tra cose e parole, tra simboli e segni, tra grammatica e pensiero...) 

– l'arte del passato (dando valore a un panorama ben distante dalla cultura di massa del Primo Curriculum ma non di certo meno attraente) 

– la religione (collante culturale che riesce a mettere sulla stessa linea i testi sacri delle religioni rivelate a quelli delle pratiche induiste fino, addirittura, al Manifesto marxista). 

Tratto da ECOLOGIA DEI MEDIA di Giada Pierallini
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