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Caratteristiche dei quasi mercati


In sostanza, i quasi mercati devono:
- basarsi su tanti produttori e compratori;
- avere un buon monitoraggio della qualità;
- non essere troppo costosi in termini di transazione: qualunque costo di transazione non deve superare i risparmi di costi derivanti dalla concorrenza;
- ogni parte coinvolta (acquirenti ed erogatori) deve rispondere agli incentivi in modo efficiente; ovvero: l'ospedale pubblico deve avere l'obbligo di pareggio di bilancio NON di profitto e gli acquirenti devono avere incentivi economici a selezionare il produttore migliore: il sistema funziona come un mercato ma non è un mercato vero perchè è un mercato tra produttori pubblici;
- non ci deve essere incentivo al cream skimming o al cherry picking: lo stato deve stare attento che non si verifichino comportamenti opportunistici, ovvero di discriminare i casi più costosi.
Concludendo, insomma, le riforme pro concorrenziali lavorano sugli incentivi: dare a ciascuno il giusto incentivo per perseguire maggiore efficacia e appropriatezza delle cure, cercando di raggiungere un abbattimento dei costi locali e migliore assegnazione di risorse.
I costi di governo di questi modelli sono legati alle difficoltà di applicare la concorrenza amministrata in sanità, ovvero:
- la difficoltà che si ha nel valutare la qualità;
- le informazioni non facili da ottenere: problemi di asimmetria informativa;
- la possibilità di selezionare i pazienti: poiché le strutture devono rispettare il vincolo del bilancio;
- la possibilità di un peggioramento dell'equità del sistema: la concorrenza per produrre i suoi effetti ha bisogno dei suoi spazi: questo potrebbe peggiorare l'equità dei sistemi sanitari poiché appena lo stato abbassa la guardia, gli ospedali potrebbero accordarsi tra di loro;
- il prevalere nei mercati interni relazioni di lungo periodo.
(contracting out: mentre prima la questione dei servizi sanitari era sottoposta a contratti pubblici, ora il governo si è aperto a fornitori privati disciplinati da contratti commerciali).
Lo stato, quindi, deve svolgere una forte funzione di regolamentazione affinchè questi mercati non scadano in effetti perversi.
I quasi mercati sono stati sperimentati da tutti a prescindere dallo stato sociale di partenza, dalle caratteristiche del settore sanitario, dal ruolo esercitato dai professionisti, ecc., per cercare di lavorare su incentivi che permettessero una maggiore efficacia ed efficienza dei servizi sanitari.

Tratto da ECONOMIA SANITARIA di Angela Tiano
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