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Il montaggio di Intolerance - Griffith -



Intolerance, strutturato secondo un montaggio parallelo generalizzato alla sua costruzione d’insieme, è composto da quattro racconti differenti presentati dapprima separatamente, poi uno di seguito all’altro secondo un ritmo sempre più rapido. Il montaggio parallelo appartiene ad un codice specificatamente cinematografico, quello del montaggio nel senso di concatenamento sintagmatico dei segmenti del film; esso è una delle possibili figure di montaggio, e si contrappone ad altri tipi di concatenamento sequenziale: il montaggio alternato, che instaura una relazione di simultaneità tra le serie, e il montaggio semplicemente lineare, in cui le sequenze si concatenano secondo una progressione cronologica. Il montaggio alternato intervenne anche nel film di Griffith, ma all’interno degli episodi, in particolare nell’ultima parte del racconto moderno, durante l’inseguimento tra l’automobile e il treno.
Il linguaggio cinematografico offre dunque a Griffith una configurazione significante, il montaggio parallelo, che il sistema testuale del film utilizzerà, elaborerà, trasformerà: esso lo estenderà alla totalità del film, quindi lo accelererà passando da un parallelismo tra gruppi di sequenze(inizio film) a un parallelismo per sequenze(centro film), per giungere infine ad un parallelismo tra frammenti di sequenza, tra piani in cui l’unità sequenziale è totalmente polverizzata, passata ejzensteinamente nella macina del montaggio. Questo montaggio parallelo generalizzato è inseparabile dalla tematica propria del film, tematica fondata su delle configurazioni significanti extra-cinematografiche, in questo caso una configurazione che oppone radicalmente l’intolleranza all’immagine allegorica della bontà e della tolleranza incarnata da una figura sempre simile: quella di una madre che culla il proprio bimbo; questa messa in relazione antagonica provoca un nuovo piano nel parallelismo, piano che è questa volta fondato non più su un rapporto d’identità ma su un rapporto di contraddizione.
Il sistema filmico è di conseguenza essenzialmente misto; è il luogo di incontro tra il cinematografico e l’extracinematografico, tra il linguaggio e il testo: incontro conflittuale che metamorfizza il metabolismo iniziale di ciascuno dei due elementi.

Tratto da ESTETICA DEL FILM di Nicola Giuseppe Scelsi
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