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La classificazione delle arti


Le arti antiche sono caratterizzate anche da un’altra classificazione che integra la distinzione tra produzione e riproduzione attraverso la concentrazione su un elemento che è la tipologia dell’atto artistico:
→ artisti che devono fare di necessità uno sforzo fisico aggiunto ad uno sforzo intellettuale perché lavorano con la materia (architetto), si tratta del grado inferiore e si tratta delle arti chiamate vulgares che significano del popolo e della gente qualsiasi.
→ artisti che devono fare soltanto uno sforzo intellettuale (grado superiore), si tratta delle arti liberales ovvero degne di chi è libero.

La classificazione delle arti è fondata sulle nozioni di produttività e riproduttività attribuisce il criterio di imitazione della natura alle seconde ma se si considera il senso meno banale del criterio di imitazione ovvero che si riferisce all’ambizione di copiare le leggi interne della natura e non le sue forme esterne, allora anche le arti produttive sono imitative nel senso che anche l’architettura imita la natura perché trasferisce nei suoi oggetti le leggi compositive della natura prima identificate e poi tradotte in un linguaggio numerico.

La classificazione delle arti medievali riprende in qualche modo la partizione antica tra le arti vulgares e le arti liberales soltanto che le prime vengono chiamate meccaniche (architettura), un termine che in qualche modo le nobilita rispetto al passato mentre le secondo sono ancora chiamate liberali le quali sono suddivise a loro volta in arti razionali (grammatica, retorica e dialettica) e reali (aritmetica, astronomia e musica).

I pensatori umanisti hanno continuato a ragionare secondo lo schema antico e medievale ma sentono la necessità di nobilitare anche la pittura e la scultura.

Tratto da ESTETICA DELL'ARCHITETTURA di Francesca Zoia
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