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Crizia. Religione strumento di potere


Altri sofisti e intellettuali si appellarono alla natura per scopi questa volta totalmente antiegualitari: si pensi al personaggio del Gorgia di Platone, Callicle che forse non è mai realmente esistito: qualche moderno vedrà addirittura in questo personaggio un precedente del superuomo di Nietzsche. Secondo Callicle la natura fa gli uomini diseguali, alcuni forti altri deboli cosicché è diritto di natura che i più forti prevalgano sui più deboli. Le leggi sarebbero addirittura strumenti di difesa da parte dei più deboli per difendersi dalla giusta prevaricazione dei più forti. Sono allora le leggi che impediscono alla natura di fare il suo giusto corso.
CRIZIA Figura cruciale degli avvenimenti politici e culturali di Atene nel V secolo, si inserisce perfettamente in questo clima. Nasce ad Atene nel 445, cugino della madre di Platone. Di esplicita tendenza oligarchica nel 411 entra a far parte del governo e debella la democrazia. Ripristinata la democrazia egli fugge e dopo la sconfitta di Atene da parte di Sparta nella guerra del Peloponneso, egli rientra a far parte del governo dei trenta tiranni. Nel 403 verrà ucciso per lo ristabilimento della democrazia. Non più legato alla tradizione religiosa egli opta per una visione totalmente mondana del potere e della forza. A lui a questo proposito è attribuita una tragedia Sisifo, dove afferma che la religione è invenzione di un uomo abile e scaltro il quale introduce il timore degli dei per dare ulteriore forza alle leggi, infrante nascostamente dagli uomini. La religione è allora vista strettamente come strumento di potere.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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