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Frammentazione dei saperi. Policleto e Ippocrate di Chio


Democrito si sforzò di compiere un’azione che in un certo senso perdeva pian piano piede: quella di un sapere universale che si sforza di cogliere il tutto nella sua complessità. Già a partire dalla seconda metà del V secolo infatti cominciano a proliferare trattati di architettura, agricoltura, retorica e medicina. Il sapere comincia a frammentarsi. Policleto ad esempio scrive un’opera intitolata Canone che vuole insegnare quali proporzioni del corpo deve rispettare uno scultore per una buona statua. Ad Ippocrate di Chio viene attribuita un’opera di geometria intitolata Elementi. Ma va certamente ricordata la grande raccolta successivamente denominata Corpus Hippocraticum. Essa comprende una settantina di scritti tutti attribuiti al più grande medico del tempo Ippocrate della Ionia, ma certamente non sono stati da lui scritti tutti. Si ricorda chiaramente il famoso Giuramento ippocratico che invita esplicitamente di trasmettere gli insegnamenti di padre in figlio, dal maestro all’allievo, mantenendo una prospettiva elitaria a proposito di questo sapere (T.136). Lo scritto forse più acuto dell’intera raccolta è La medicina antica che porta alle estreme conseguenze il concetto della variabilità dei casi individuali, cosicché non si pretenda di trovare una terapia uguale per tutti i casi. La medicina ad ogni modo si basa soprattutto sulla dietetica.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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