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Gorgia e la persuasione del linguaggio


GORGIA Nasce nel 480 a Leontini (Lentini). Anche Gorgia fu autore di vari scritti, orazioni come il Discorso olimpico che doveva incitare i Greci ad abbandonare le loro discordie per affrontare uniti i barbari, o l’Epitafio per onorare gli ateniesi caduti in guerra. Scrisse la sua opera più importante Del non essere o Della natura. Il titolo capovolge intenzionalmente quello dell’opera dell’eleate Melisso di Samo. Le tesi enunciate da G. sono state poi conservate in rielaborazioni fatte successivamente, le quali utilizzano il procedimento per assurdo:
L’essere non è
Anche se fosse non sarebbe conoscibile
Anche se fosse conoscibile, tale conoscenza non sarebbe comunicabile
La conclusione allora è che il linguaggio non ha nulla a che fare con la verità; il linguaggio possiede un solo compito: la persuasione. Il linguaggio esercita la sua funzione nell’apparato emotivo degli ascoltatori, non su quello intellettivo. La potenza della parola è paragonata alla potenza dei farmaci o degli incantesimi magici: porta l’interlocutore ovunque essa voglia. Il retore è superiore a chiunque: ad esempio egli meglio del medico è in grado di persuadere un malato a prendere una medicina sgradevole. Le condizioni sono due: riuscire a comprendere lo stato d’animo per stabilire il momento opportuno (kairos) e utilizzare un tipo di discorso appropriato alla circostanza.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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