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Naturalisti ionici. Talete, Anassimandro e Anassimene



TALETE Nacque e visse a Mileto tra il VII e il VI sec. Le sue questioni più importanti sono di ordine matematico: altezza delle piramidi e distanza delle navi in mare. Principio di tutte le cose è L’acqua, sia per l’importanza che ha nei processi della vita, sia per l’importanza che assume nell’orizzonte del filosofo il mare.
ANASSIMANDRO E’ forse un allievo di Talete anch’egli vissuto tra il VII e il VI sec. Egli fu il primo a scrivere un’opera in prosa poi intitolata Sulla Natura. La poesia cessa di essere l’unico veicolo per la diffusione di idee. Egli è anche il primo a disegnare in Grecia una carta geografica del mondo allora conosciuto. Egli non ravvisa in ciò che è tangibile all’uomo il principio di tutto perché arriva alla conclusione che questo principio deve trascendere il mondo fisico: lo chiama apeiron ossia “senza limiti” e lo colloca alla periferia dell’universo sferico. Da esso si sono generati in primo luogo i contrari (caldo e freddo, secco e umido). Ogni cosa è dunque caratterizzata dal limite.
ANASSIMENE E’ anch’egli originario di Mileto vissuto nella seconda mtà del VI sec. Anch’egli scrisse un’opera successivamente intitolata Sulla Natura. Per lui il principio è L’aria anch’essa importante, ancor più dell’acqua per i processi vitali. Per spiegare la formazione delle cose dall’aria parte dai due processi: la rarefazione e la condensazione. Ecco da dove i gradi diversi di densità delle cose. Il mondo è così ricondotto ad un’unità omogenea.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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