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Socrate nei discepoli “minori”


 I discepoli probabilmente reagirono a questa ingiustizia con l’allontanamento dalla vita politica. Si dice ad esempio che Euclide suo allievo si rifugiò a Megera, tradizionale avversaria di Atene. Attribuita ad un altro discepolo, Antistene, è l’affermazione secondo la quale il filosofo non deve vivere secondo i nomoi stabiliti, ma secondo quelli della virtù.
Insomma l’obiettivo fondamentale di tutti i suoi discepoli, fu dimostrare l’infondatezza delle accuse fatte al loro maestro. Ciò comportava la necessità di distinguere il pensiero di Socrate da quello degli altri filosofi che lo avevano confuso, almeno a partire da Aristofane. Socrate allora rappresenta un nuovo tipo di uomo che vive diversamente dagli altri, secondo una vita filosofica. E’ proprio in relazione a Socrate che nasce la nozione stessa di filosofia. Della letteratura socratica ci sono rimasti gli scritti di Platone e di Senofonte e qualche frammento di altri discepoli oltre a quelli già menzionati: Aristippo, Diodoro, Filone, Eubulide. Certo loro non vollero essere biografi del maestro ma documentano il modo in cui vissero l’esperienza dell’incontro con Socrate.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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