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Calcolo della probabilità, Kolmogorov


Come si vede il quadro che riguarda il concetto di causalità risulta molto frastagliato ed è importante ad esso aggiungere un altro tassello e cioè il calcolo della probabilità.
p(A) = la probabilità che un certo enunciato A sia vero.
P(a) = la probabilità che un certo enunciato a si verifichi (e quindi in questo caso trattasi di evento).
Kolmogorov (matematico) ha dimostrato che matematicamente p(A) è uguale a p(a). Infatti in entrambi i casi vale la regola secondo cui si passa da 0 che rappresenta l’insieme vuoto e 1 che è invece la totalità. La probabilità è quindi la funzione di un insieme vuoto partendo dal quale è possibile raggiungere, passando per i numeri reali, la pienezza totale dell’insieme rappresentata dal numero 1.
Ma chi ci dice che questo concetto matematico coglie veramente la nozione di probabilità? Bene il calcolo della probabilità di Kolmogorov funziona con enunciati semplici ma se noi vogliamo calcolare la probabilità che la teoria della relatività sia vera o si verifichi, incorriamo in problemi insormontabili perché essa al suo interno implica un’altra serie di teorie già di per sé complicate. Quindi lo strumento di controllo che a noi serve non è “quantitativo” (che percentuale ha la teoria di essere vera o di verificarsi) quanto “qualitativo” ossia “comparativo” nel senso di “capacità descrittiva e normativa del mondo” e non solo di correttezza formale.
Quando parliamo di probabilità sarebbe bene non parlare mai di “probabilità assoluta” cioè p(A) ma piuttosto di p(A/K) ossia a partire dalle conoscenze di sfondo che noi abbiamo (k = background knowledge).

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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