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Frege. Verità e falsità di un enunciato


Da questi presupposti scaturiscono due vie: chi è realista e dice che la verità o falsità degli oggetti dipende solo dal mondo; mentre chi è verificazionista afferma che vero e falso sono due proprietà modali linguistiche che possono essere attribuite solo ad enunciato che descrive la realtà e quindi controllabile.
Frege si pone il problema del linguaggio a partire dalle considerazione che abbiamo fatto poco sopra a proposito della rete teorica e della presenza in essa di termini teorici che non sono direttamente ancorati ai dati sperimentali. A suo avviso noi sia autorizzati ad utilizzare solo enunciati che hanno “senso” ossia sono controllabili se vogliamo considerarli enunciati scientifici.
Presto però ci si rese conto che utilizzando questo principio si doveva buttare via buona parte della scienza, perché in tal modo Frege brucia completamente tutta la metafisica che è invece indispensabile alla teorizzazione e di cui la scienza si era servita fino a quel momento per progredire. È importante però sottolineare che tutta la “metafisica” che introduco all’interno di una teoria deve anche essere fortemente ancorata alla teoria, cioè deve essere rigorosamente coerente con tutto l’apparato teorico. In fondo il tentativo di Frege è apprezzabile perché egli voleva evitare che all’interno di una rete teorica si potesse introdurre di tutto. La soluzione che da butta via con l’acqua sporca anche il bambino.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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