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Van Fraassen, Pargetter e la legge scientifica


Ecco allora che il legame che si instaura tra un enunciato e una legge non è semplicemente di ordine “sintattico” ma piuttosto di tipo “semantico” e “ontologico”.
Hume aveva sostenuto che le leggi non sono nient’atro che enunciati generali e un enunciato non si differenzia dall’altro se non per una maggiore o minore generalizzazione.
Van Frassen ha fatto un passo avanti sostenendo all’interno di questi enunciati generali (caratterizzati da una regolarità persistente) esistono delle distinzioni:
enunciati occasionali che nonostante siano caratterizzati da una regolarità persistente non ci permettono di poter parlare di legge
enunciati nomologici che oltre a presentare regolarità possiedono caratteristiche che distinguono nettamente un enunciato dall’altro
Il prof. supera questa impostazione….
Vediamo dunque quali sono che cercano di spiegare il concetto di legge distaccandosi da Hume. È bene innanzitutto esplicitare il significato del concetto di necessità.
Una prima risposta è stata fornita da Pargetter: “necessario inteso scientificamente significa riferirlo ad un insieme di mondi possibili”. Qualcosa quindi è necessario se risulta vero in tutti i mondi possibili. Una legge allora sarebbe un enunciato vero in tutti i mondi possibili.
Questa definizione però ci aiuta poco perché chiaramente i mondi possibili di cui parla non sono sperimentabili. Infatti anche dal punto di vista semantico è chiaro che se introduciamo la locuzione modale “possibili” ci discostiamo dal concetto di “necessità” ed entriamo in un circolo vizioso.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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