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La struttura della proprietà d’impresa


In relazione alla struttura della proprietà ossia al vario combinarsi della compagine azionaria e della stabilità della compagine stessa si possono identificare alcune linee guida di costruzione della struttura finanziaria più opportuna. In particolare:
Maggiore è la concentrazione dell’azionariato e relativamente più conveniente è il ricorso all’indebitamento finanziario. Perché:
riduce il costo del capitale investito (in quanto il capitale di debito è già frutto di un processo di diversificazione che ha permesso di eliminare o ridurre il rischio sistematico);
genera un maggior controllo della proprietà sull’amministrazione con minori disallineamenti tra curve di utilità del management e della proprietà (principal – agent theory), permette di non intaccare il controllo dell’impresa (anche se in taluni casi quest’obiettivo risulta contrario alla massimizzazione del valore).
Maggiore è la stabilità della struttura proprietaria e relativamente più conveniente è l’utilizzo della leva finanziaria. Perché:
Assicura il più coerente respiro temporale agli investimenti d’impresa (soprattutto in attività intangibili)
Diffonde un sentimento di continuità nella comunità finanziaria che si esemplifica in un minor rischio percepito e quindi minori attese di remunerazione del capitale.
In sintesi, una compagine azionaria concentrata e stabile nel tempo consente di reperire le risorse finanziarie (innanzitutto di debito) a un minor costo del capitale e di creare maggiore valore economico.

Tratto da FINANZA D'IMPRESA di Alessia Chiovaro
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