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Classificazione morfologica dei confini: monti

Le montagne rappresentano l’aspetto più imponente della morfologia terrestre e anche un elemento di grande utilità dal punto di vista della confinistica. I rilievi infatti presentano nel loro insieme almeno tre buoni motivi per essere assunti come elemento confine: sicurezza contro improvvisi e/o massicci attacchi nemici, ambiente di difficile popolamento ed infine semplicità nella loro designazione. Punti notevoli dei monti sono le vette per cui un primo criterio per il tracciamento del confine potrebbe essere quello del congiungimento di quelle più alte (linee di vetta o di cresta). Tale procedura però potrebbe non conformarsi con l’utilizzazione dei terreni montani per il pascolo e/o delle risorse idriche, non soddisfacendo pertanto il requisito dell’unità economica delle zone confinarie. Per questi motivi più utilizzata è normalmente la linea spartiacque o displuviale, definita come la linea topografica più elevata esistente tra due sistemi drenanti non comunicanti. La linea spartiacque non  è comunque sempre facilmente individuabile dal momento che le catene o i massicci montuosi presentano, oltre che  una lunghezza,banche una larghezza che non permette l’esistenza di un’unica linea di cresta. Esempi importanti di problematiche legate alla spartizione di sistemi montuosi sono riscontrabili nelle controversie tra Argentina e Cile per la spartizione delle Ande (fine del diciannovesimo secolo) motivate dalla definizione non univoca di linea di cresta e di linea spartiacque e tra Cina e India a proposito del confine del Tibet, noto come linea Mac Maon (inizi del ventesimo secolo), la cui materializzazione sul terreno non fu mai effettuata. . 

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Filippo Amelotti
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