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Crescita e sviluppo mondiale

A lungo questi 2 termini sono stati usati come sinonimi, dato che crescita = aumento di dimensioni, e sviluppo = accrescimento progressivo. A partire dagli anni ’70, però, sono emersi degli elementi che hanno scorporato questa unicità:
risorse naturali
inquinamento -> attenzione ecologica
crescita industriale
aumento demografico -> produzione alimentare
Attraverso questi elementi è stata identificata una certa pressione del genere umano sull’ecosistema esistente, che, per la prima volta, ha individuato limiti naturali dello sviluppo: mentre l’uomo ha sempre considerato illimitate le risorse naturali, ora i nuovi partiti ecologisti sottolineano la scorrettezza di questo comportamento.
Da questo punto in poi, crescita e sviluppo diventano termini diversi, dove crescita = aumento di dimensioni, attraverso l’accumulazione (ma possono anche verificarsi situazioni peggiorative), mentre sviluppo = situazione finale migliore di quella iniziale grazie alla capacità evolutiva del sistema (i cambiamenti sono sempre positivi).
Si sviluppano 2 correnti di politiche, dove lo sviluppo è la finalità ultima:
1. posizione convenzionale: lo sviluppo è la crescita economica, espressa dai tassi di occupazione. Questa posizione non considera se il comportamento umano sia in grado di influenzare l’ambiente
2. posizione innovativa: lo sviluppo è diverso, ma non esclude, la crescita economica. Tuttavia, l’attore principale è l’ecosistema, in cui natura e società interagiscono tra loro. Nasce anche l’idea di sviluppo sostenibile, raggiungibile attraverso 4 filoni di conoscenza:
a) economia = attività produttive
b) politica = scelte di politica economica
c) ecologia = ambiente, ecosistema, risorse naturali
d) etica/società = l’agire umano nei confronti dell’ambiente
Il concetto di sviluppo sostenibile iniziò ad essere acquisito nei forum mondiali a partire dal 1972:
1972, Stoccolma: si inizia a parlare di gestione dell’ambiente e si compiono i primi studi sull’impatto ambientale, ma i risultati sono sostanzialmente nulli
Club di Roma: nel documento “I limiti della crescita” si delinea un futuro economico-ecologico disastroso: se il comportamento umano non fosse cambiato entro 25 anni, le risorse terrestri si sarebbero esaurite
1987, “Rapporto Brundtland” della Commissione Mondiale per lo Sviluppo e l’Ambiente: compare la prima definizione di sviluppo sostenibile:
“ lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri bisogni”
1992, Conferenza di Rio de Janeiro: ha reso nota la questione ambientale: l’uomo deve proteggere l’ambiente per evitare ripercussioni negative. L’idea di sostenibilità è al centro delle discussioni e ciò porta alla nascita di una vasta biografia di conferenze e dichiarazioni su possibili politiche economiche risolutive  ES: 1997, Protocollo di Kyoto; 2000, Millennium Development Goals
Durante la Conferenza di Rio de Janeiro viene redatto un documento, chiamato Agenda 21 = un “ambizioso ed elaborato programma d’azione in ambito ambientale, diviso in 40 capitoli, ognuno dei quali è dedicato ad uno specifico campo ambientale”. Non è un trattato vincolante, ma solo un programma d’azione suggerito agli stati firmatari: non prevede, dunque, sanzioni punitive.
Il concetto di sviluppo sostenibile comporta una questione circa l’ orizzonte temporale delle generazioni: è, infatti, al tempo stesso un concetto intergenerazionale (equità nell’accesso e distribuzione delle risorse) e un concetto intragenerazionale (condivisione delle risorse tra diverse generazioni).
Usando una formula:
ktot = kn + km
dove kn = capitale naturale, offerto dall’ambiente, e km = capitale umano, risultato delle attività umane, possiamo analizzare come lo stock di risorse passa tra le generazioni. Ci sono 2 ipotesi:
1. Ipotesi debole: passaggio dello stesso ktot, indipendentemente dalla sua composizione interna
2. Ipotesi forte: passaggio dello stesso ktot, tendendo però ad un giusto equilibrio interno tra kn e km

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Elisa Bertacin
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