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Cina: la diga delle Tre Gole

Cina: la diga delle Tre Gole

Lo Yangtze (Fiume Azzurro) nasce sull’altopiano del Tibet e, dopo 6.340 km, sfocia nell’Oceano Pacifico, vicino a Shanghai. Attraversando i Monti Tapa, il Fiume Azzurro si apre un passaggio attraverso le famose Tre Gole:
1. la prima gola, Qutang Xia, è la più corta (8 km), ma anche la più impressionante: all’entrata, 2 scogliere innalzano le loro pareti verticali, una di fronte all’altra, simili a un’immensa porta (Porta Kui)
2. la seconda, Wu Xia, si snoda per 44 km e, nella sua prima metà, si possono ammirare 12 magnifici picchi, tra cui il famoso “Picco della Dea”
3. la terza, Xiling Xia, la più lunga (75 km) è molto conosciuta e temuta dai navigatori per i suoi pericolosi scogli e i suoi numerosi bassifondi.
Il fiume attraversa 19 tra province, regioni autonome e municipalità, influenzando la vita di 450 milioni di persone.
Si calcola che le sue acque trasportino 500 milioni di m3 di terreno alluvionale ogni anno e che di queste 300 milioni finiscano nel mare, contribuendo ad allargarne il delta di circa 23 m all’anno.
Da sempre, il Fiume Azzurro è stato causa di terribili inondazioni, dovute all’enorme quantità d’acqua che trasporta nei periodi delle piogge o dei disgeli. E da sempre i cinesi ci hanno convissuto, discutendo su come fare per controllarne il deflusso:
Taoisti: costruire barriere molto basse per contenere le piene, ma non imbrigliare il fiume
Confuciani: imbrigliare il fiume in massicce opere di contenimento, per liberare terreno all’agricoltura

Tali contrapposizioni non hanno mai prodotto risultati significativi, e questo è continuato fino all’arrivo dei governi repubblicani, dal 1911, che hanno dato origine ad una serie di tentativi di riorganizzazione del paese, con progetti faraonici che il più delle volte hanno provocato altrettanti faraonici disastri.
Nel 1919 Sun Yat-sen presenta un progetto dove affronta il problema del Grande Fiume, sostenendo la necessità di controllare le inondazioni, imbrigliandone le acque in grandi dighe per poi sfruttarle per la produzione di energia elettrica.
Ma tutto resta nel cassetto fino al 1954, quando una disastrosa inondazione colpì la popolazione sulle coste dello Yangtze, causando oltre 33.000 vittime.
Nella seconda metà degli anni ’50, il governo cinese, con l’aiuto della tecnologia sovietica, esegue i rilevamenti necessari per individuare il luogo adatto ala costruzione della diga.
Dopo 33 anni, nel 1992 il Primo Ministro Cinese annunciò al mondo che il governo aveva deciso la costruzione della diga = un lavoro titanico che vuole imbavagliare e dominare il terzo fiume del mondo, la più massiccia opera di trasformazione dell’ambiente mai fatta dall’uomo il 14 dicembre 1993 iniziano ufficialmente i lavori di costruzione della diga.
L’anno previsto per il completamento della diga è il 2009 e le cifre che la descrivono sono da record:
più di 2 km di lunghezza
175 m di altezza
formazione di un lago di 1.084 km2 di capacità, che si allunga oltre la diga per ben 593 km. Alcuni degli oppositori della diga sostengono che, comunque, in caso di una piena particolarmente devastante, non sarebbe sufficiente si sta pensando di realizzare un lago artificiale di sfogo dove convogliare l’acqua in eccesso
il dislivello tra il lago artificiale e il fiume è previsto di circa 160 m, un salto molto pericoloso
si intende dotare la diga di 26 turbine per la produzione di energia elettrica, ciascuna delle quali potrà sviluppare una potenza pari a quella di una centrale nucleare di medie dimensioni. La produzione di energia idroelettrica dovrebbe ridurre l’inquinamento ambientale della zona, diminuendo la produzione di energia delle inquinanti centrali termoelettriche.
bisognerà inondare la zona circostante, pari a 862 km2 di superficie e lo spostamento di 1.250.000 persone. Secondo i regolamenti statali, ogni persona trasferita beneficerà di una sovvenzione di circa 4.000 euro e i contadini che perderanno il terreno ne avranno uno nuovo, o un nuovo lavoro
sott’acqua finiranno anche resti archeologici, siti di valore storico e decine di templi e pagode: recenti scavi archeologici hanno portato alla luce resti di abitazioni e tombe della civiltà Ba, una misteriosa popolazione vissuta sullo Yangtze tra il 1300 e il 1200 a.C. ; per salvare i siti il governo cinese ha previsto uno stanziamento di fondi per spostare i monumenti più importanti e allestire musei acquatici. Comunque, gli archeologi dovranno scegliere cosa tenere e sacrificare il resto, come le rovine sotterranee, le necropoli, e tutto quello che ancora non è stato scoperto
il costo dell’intero progetto, impossibile da calcolare per l’estrema riservatezza del governo cinese, è stimato intorno ai 35 miliardi di euro
Oltre alla valle del Fiume Azzurro, l’acqua invaderà anche alcune valli di affluenti, ridisegnando tutta l’ orografia della zona, con notevoli conseguenze anche sul clima della regione. Dopo il suo completamento, quest’opera avrà un ruolo estremamente importante per la prevenzione delle inondazioni, per la produzione di corrente elettrica, per la navigazione fluviale, per le colture acquatiche e per l’approvvigionamento d’acqua. La diga migliorerà, infine, la navigabilità del fiume nelle strette gole a monte della stessa, aumentando di conseguenza i trasporti commerciali su acqua.

Nel 1989, la signorina Dai Qing pubblicò un libro ben documentato, in cui emergeva tutta l’ assurdità e dannosità del progetto, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista geologico e le spaventose conseguenze che ne sarebbero derivate dalla sua attuazione: è impossibile imbrigliare un fiume di questa portata in una diga e non averne conseguenze disastrose da tutti i punti di vista:
la stabilità stessa di Shanghai
la sparizione di tantissime specie animali che nel fiume hanno il loro habitat naturale. Rappresentante di tutte le specie animali che vivono nel fiume è il delfino pinna bianca dello Yangtze, del quale rimangono ormai solo 100 esemplari: ora si teme che la trasformazione dell’ecosistema possa rovinare definitivamente l’habitat naturale del raro cetaceo
l’impossibilità di difendere una costruzione del genere da attentati di tipo terroristico
l’eventualità di un suo collasso, con conseguenze inimmaginabili.

Gli investitori stranieri, sull’eco dei dissensi e per le pressioni interne nei vari paesi, si vedono costretti a ritirare il loro appoggio al faraonico progetto.
Nel 1994 i cinesi si trovano da soli ma iniziano comunque i lavori, facendo una pratica autarchica e non tenendo conto della loro incapacità nel costruire dighe. Attualmente, nonostante le proteste che provengono da molte parti del mondo, la costruzione della diga va avanti e, anche se non ufficialmente, i capitali stranieri sono ritornati.
Nessuna impresa straniera è direttamente coinvolta nei lavori, ma l’Europa fornisce i generatori e le turbine.

Il luogo dove si sta costruendo la Diga delle Tre Gole presenta 2 caratteristiche fondamentali per la realizzazione del progetto:
1. la distanza tra le 2 rive è molto ampia
2. il terreno è costituito da roccia granitica, un fondo stabile per garantire resistenza alle fondamenta della diga.

Nessuno, però, può sapere con certezza quali ripercussioni avrà sulla natura e sulla società una costruzione così imponente. Molti hanno espresso il loro dissenso per quello che, ai loro occhi, sarà un mostro di cemento che “ucciderà” il Fiume Azzurro.
Il fiume trasporta ogni anno in media 520 milioni di tonnellate di detriti; molti di questi saranno fermati dalla diga, e si depositeranno sul fondo del bacino artificiale, diminuendone la capacità → questo potrebbe danneggiare il funzionamento della diga stessa
Inoltre, nel lago artificiale la corrente sarà scarsa, una situazione che comporta l’ eutrofizzazione dell’acqua, e quindi una crescita abnorme delle alghe, che sbilancia l’equilibrio dell’ecosistema.
Lo sbarramento delle acque provocherà, poi, la concentrazione delle sostanze inquinanti versate nel fiume a nord della diga.
Può, infine, capitare che l’acqua, riempiendo il lago, provochi delle scosse di terremoto, ma i progettisti assicurano che la diga è costruita con criteri antisismici.
Quanto alle inondazioni, è stato osservato che i grandi affluenti del fiume, a valle, sfuggono al controllo della diga sarebbe stato più efficace e meno costoso rafforzare gli sconquassati argini e le migliaia di km di canali di diversione lungo il corso dello Yangtze e dei suoi tributari, e riattivare i bacini di straripamento lungo il medio e basso corso del fiume, che possono contenere una quantità d’acqua 3 volte superiori all’intero serbatoio della diga.
In ogni caso, si deve assolutamente procedere con i lavori di rimboschimento del bacino dello Yangtze, che ha perso l’85% delle foreste originarie, un tempo vero serbatoio delle piogge portate dai monsoni.

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Elisa Bertacin
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