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Politiche demografiche in Cina

Il caso più conosciuto è quello della Cina dove la politica del figlio unico, che proibisce di procreare più di un figlio salvo che in circostanze eccezionali, suole essere applicata con rigidità, per lo meno fino al momento attuale, in flagrante violazione del diritto inerente la libera volontà della persona. La obbligatorietà legale del figlio unico ha motivato il desiderio tanto da parte della futura madre che del futuro padre di una discendenza esclusivamente maschile, che è vista come l’unica risorsa o garanzia per la vecchiaia, perché la figlia unica, una volta sposata, secondo i costumi di quel paese, si dedicherà alle necessità dei suoceri piuttosto che dei genitori. Ciò ha prodotto un fenomeno inquietante. Nei centri ospedalieri, con l’approvazione dei genitori, negli ultimi decenni sono stati praticati numerosissimi infanticidi femminili, registrati come mortalità infantile, il che da diritto ai genitori di procreare un’altra volta, con la speranza che li nascituro sia finalmente maschio. Paradossalmente lo sviluppo della scienza, in questo caso l’introduzione della diagnosi precoce della maternità tramite l’ecografia, ha ridotto sensibilmente l’infanticidio, però ha provocato un aumento astronomico nel numero degli aborti, che si praticano spesso se gli esami mostrano che il nascituro sarà femmina. Tale contingenza, poca nota in Occidente, fu comunque portata interamente alla luce durante Conferenza Internazionale sulla Donna di Beijng del 1995 come un modello da non imitare negli altri paesi del mondo. Negli ultimi tre decenni del secolo scorso sono state esercitate forti pressioni ti tipo antinatalista intrusivo nei paesi del Terzo Mondo da parte organismi internazionali come molte Organizzazioni Non Governative (ONG) più o meno vincolate alla Federazione Internazionale per la Pianificazione Nazionale (IPPF)o alle Nazioni Unite, così come indirettamente da parte di alcuni governi occidentali. Tali pressioni sono state esercitate nell’ottica di ridurre molte disfunzioni e problemi del sottosviluppo intervenendo per prima cosa sulla fecondità. 

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Filippo Amelotti
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