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Gli affreschi di Castel Sant'Angelo








Girolamo Siciolante,
L'Imperatore Adriano, affresco.



Pellegrino Tibaldi,
L'Arcangelo Michele, affresco.


Un alto basamento in monocromato grigio con cariatidi a coppia e riquadri con gigantomachie corrono nelle pareti della sala. Ovunque vi sono ornati festoni, targhe, efebi alate, putti ed erati (muse della poesia e del canto).
La decorazione della Paolina, ultima opera di Perino.
I primi pagamenti risultano al giugno 1544 e l’ultimo nel settembre dello stesso anno per la costruzione della volta.
I lavori di decorazione iniziarono nel giugno 1545 fino al settembre 1546.
Nel programma iconografico, è presente direttamente la figura di Paolo III stabilendo precise analogie tra la sua vita (il suo nome di battesimo era Alessandro) e le storie di Alessandro Magno e di San Paolo.
La Paolina ha in sé molta originalità in quanto è libera dalla cronaca diretta degli avvenimenti. La decorazione della sala è impegnata dell’ideologia di Paolo III e della sua idea del potere universale.
La prima storia di Alessandro sul lato nord della volta rappresenta l’incontro di Alessandro con il sommo sacerdote Iaddo alle porte di Gerusalemme. Il significato simbolico consiste nella pretesa più volte ribadita del potere universale del papa quale mediatore ed arbitro tra i potenti della terra.
La seconda scena del ciclo sul lato est con la preghiera di Alessandro nel tempio di Gerusalemme.
Il terzo episodio riguarda Alessandro che dà fuoco al proprio bottino per alleggerire i carreggi che alluderebbe alle riforme che Paolo III aveva tentato già prima dell’apertura del Concilio di Trento. L’episodio di Poro assalito dai soldati macedoni, dipinto sul lato sud della sala, viene interpretato come una rappresentazione metaforica del conflitto di Paolo III con la Riforma Protestante e alluderebbe alla scomunica lanciata contro Enrico VIII d’Inghilterra nel 1535-8, che divorziò dalla prima moglie Caterina d’Aragona (zio dell’imperatore Carlo V) per sposare Anna Bolena.
La costruzione delle navi per l’attraversamento dell’Idaspe, dipinta sul lato ovest, allude alle iniziative prese da Paolo III contro i turchi. L’ultima scena della volta rappresenta l’ingresso trionfale di Alessandro in Babilonia ed è un’allusione al ritorno trionfale del pontefice a Roma nel 1538.


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