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La Sala del Perseo - Castel Sant'Angelo -


Per la Sala del Perseo, i primi pagamenti sono datati giugno 1544. Nell’agosto del 1545, cominciano i primi pagamenti a Perino per le opere di pittura nella Sala del Perseo e di Amore e Psiche, che si aggiungono a quelle di stuccatura nella Sala Paolina già iniziati a fine giugno. La data conclusiva è quella del maggio 1546.
Sono giunti fino a noi i soffitti progettati da Perino per le Sale del Perseo e di Amore e Psiche. In essi si ha una scansione organica dell’intera superficie, dove l’estro decorativo si identifica con il rigore strutturale.
Al centro del soffitto della sala del Perseo è rappresentato l’Arcangelo Michele mentre vola impugnando la spada e il suo atteggiamento è molto simile a quello di Perseo che uccide il mostro. Perseo rappresenta l’eroe che combatte contro le potenze delle tenebre e simboleggia la lotta all’eresia luterana.
Le storie di Perseo dipinte nel fregio si rifanno alle Metamorfosi di Ovidio e sono sei: quattro nei lati lunghi della sala e una per ciascun lato breve. Esse rappresentano il Commiato di Perseo da Polidette e dalla madre Danae, la ricerca e l’uccisione di Medusa con il cavallo alato Pegaso che balza fuori dal tronco dell’uccisa, la liberazione di Andromeda ed il ritorno vittorioso dell’eroe. Le due scene dipinte negli sguinci delle finestre, cioè l’Apollo e Dafne e L’Apollo e il mostro, sono estranee al ciclo di Perseo e anche stilisticamente non legano con le storie del fregio ma fanno tutt’uno con le pitture del soffitto.
L’elemento più caratteristico e nuovo nella concezione del fregio consiste nel mutato rapporto tra le scene di storia, che divengono più piccole e allungate, e i gruppi di figure che le intercalano, che assumono un risalto monumentale e occupano tutte le altezze del fregio tra le due cornici.
I disegni delle decorazioni sono state progettate da Perino e l’esecuzione della decorazione compete ad almeno due aiuti di Perino: l’uno ha dipinto le raffinatissime grottesche del soffitto e le scene degli sguinci delle finestre, l’altro il fregio con le storie di Perseo e le figure di donna con unicorno e putti. Il primo pittore sa aderire all’ultimo stile di Perino nell’eleganza delle figure delle longilinee e nell’estrema acutezza delle soluzioni lineari; l’altro esegue la parte più significativa della decorazione trasponendo i disegni di Perino con un accento più personale. Il motivo più ricorrente del soffitto è una canefora nuda (statua femminile in funzione di sostegno a elementi decorativi) in piedi sulla corolla di un fiore con le braccia aperte. Sulla base di numerosi indizi, si è identificato come esecutore del fregio Domenico Zaga, che ha lavorato nella Sala del Perseo, di Amore e Psiche e nella Sala Paolina ed è subentrato a Perino nella direzione dei lavori nella Sala di Apollo. Ciò risulta anche dai documenti pervenuti. Nella Sala del Perseo, come in quella di Amore e Psiche, si coglie la vena favolosa, la visione mitica di Perino.


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