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L’intervista come raccolta di informazione

L’intervista come raccolta di informazione


La tecnica più completa di raccolta dell’informazione che scaturisce da un incontro e che incide sulla qualità dello stesso, è la videoregistrazione, che permette di estendere il raggio di quanto viene lasciato agli atti una volta concluso l’incontro. Permette di registrare anche tutte le informazione non verbali che fluiscono nel corso dell’intervista, quali ad esempio la mimica del volto e del corpo, oppure informazioni sull’ambiente nel quale ci si trova, o ancora consente di intervistare più persone contemporaneamente, identificando ogni singolo parlante. Nel momento in cui l’intervistatore si appresta al lavoro di interpretazione dell’intervista (da considerarsi ora come documento registrato), si imbatte in un immediato problema: la distanza che intercorre tra il tempo in cui gli avvenimenti sono accaduti e il tempo in cui vengono raccontati. Il punto di vista che l’intervistato esprime oggi, scaturisce dagli avvenimenti di cui sta parlando; si tratta di un’interpretazione del suo passato e di se stesso nel passato, compiuta da qualcuno che nel frattempo è diventato un altro, anche se si chiama con lo stesso nome e che giudica il passato secondo la logica del presente. Per questo l’uso degli aneddoti è particolarmente significativo; l’aneddoto, piccolo discorso coerente sigillato nel passato, si mostra impermeabile alle modificazioni del presente e permette di ricostruire l’ideologia del parlante e del gruppo del quale faceva parte, nel quale l’aneddoto è stato elaborato collettivamente.

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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