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Globalizzazione e convergenza

Secondo il World Economic Outlook del '94 e anche per il World Development Report del '95 (Banca Mondiale), l'attuale globalizzazione è vista come un ritorno all'ordine liberale internazionale precedente alle due guerre. Secondo molti esponenti del Washington Consensus la globalizzazione porterà alla convergenza (riduzione del divario) e l'assenza di convergenza negli ultimi trent'anni ' dovuta alla chiusura delle economie più povere al mondo esterno. La globalizzazione è intesa come una forza inevitabile e neutrale che può offrire vantaggi a tutti, ma che a fronte di questi vantaggi presenta alti costi in caso di fallimento. L'UNCTAD rispose a questa teoria con il capitolo Globalization, Distribution and Growth del TDR del '97. Per l'UNCTAD, il divario non solo non si riduce, ma si allarga sempre più, sia tra paesi sia all'interno dei paesi. Da un'analisi del periodo precedente alle due guerre l'UNCTAD conclude che anche in quel periodo la polarizzazione era cresciuta e che ad un esame attento delle dinamiche del 1800 risulta evidente che forse ' la crescita a condurre al commercio internazionale e non viceversa. Infatti, quando i paesi centrali erano in fase di sviluppo si sono molto aiutati con politiche di stampo protezionistico. La Gran Bretagna e altri paesi europei avevano sì adottato il libero scambio, ma era un libero scambio corretto con sussidi e aiuti alle industrie nascenti, che comunque dominò la scena mondiale solo per un ventennio. Di fatto i Paesi Avanzati si arricchirono con il protezionismo e l'interventismo statale ma secondo il paradosso di List, la scala utilizzata per raggiungere il successo (protezionismo) è stata buttata via e la Gran Bretagna ha fatto sapere al mondo che aveva raggiunto il successo grazie al liberoscambismo.

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